È un discorso ostico, quello sulle conseguenze sulla salute del consumo di vino e alcolici in generale. Da una parte abbiamo l’OMS, con la sua linea dura che non concede sconti sul fantomatico “consumo sicuro” e il suo obiettivo di tagliare radicalmente i consumi negli anni a venire; e dall’altra i produttori e le organizzazioni di consumatori riunite nell’opposizione a quella che definiscono una “nuova ondata di proibizionismo”. A spostare l’equilibrio in questo delicatissimo stallo potrebbe essere l’Irlanda, che pare lanciato a diventare il primo Paese europeo ad apporre sulle proprie bottiglie le cosiddette etichette salutiste, un po’ come capitato anni addietro per i pacchetti di sigarette. Un paragone azzeccato, considerando che i toni sarebbero gli stessi: le etichette andrebbero infatti a recitare frasi come “Il consumo di alcol provoca malattie al fegato” – un eco, come accennato, di quelle che appaiono già sulle sigarette.
L’opposizione dell’Italia
La mossa, naturalmente, non è passata inosservata: i produttori del nostro caro e vecchio Stivale si sono uniti sotto il vessillo della difesa del patrimonio della tradizione enogastronomica nazionale, e possono naturalmente fare affidamento su associazioni come la Coldiretti che parla di “un attacco diretto all’Italia, principale produttore ed esportatore mondiale”.
Insomma, le pedine sono tutte in campo. Quel che preoccupa il mondo del vino è che quello irlandese non è affatto un caso isolato (l’iniziativa ha trovato terreno fertile soprattutto nei territori del Nord Europa), e soprattutto il fatto che la lotta al consumo di alcolici è ormai ricca di diversi capitoli: pensiamo allo scorso giugno, quando l’Eire notificò alle autorità europee un progetto di legge per apporre sulle bottiglie avvertimenti sui rischi sanitari derivanti dal consumo di bevande alcoliche e il suo legame con i tumori mortali. Altro capitolo, più recente ancora, riguarda la lunga diatriba circa la penalizzazione nei programmi di promozione europei di vino, carne rossa e salumi.
“Il silenzio assenso di Bruxelles relativo alle avvertenze sanitarie in etichetta per gli alcolici rappresenta una pericolosa fuga in avanti da parte di un Paese membro” ha commentato il presidente di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi. Parole che trovano piena risonanza anche nell’appello di Federvini al governo italiano “per studiare ogni azione possibile per osteggiare una norma che contrasta con il buon senso e la realtà”. Proteste anche sul fronte di Cia-Agricoltori Italiani, dove lo scenario attuale viene descritto come “sconcertante”; mentre il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ha ritenuto più opportuno parlare di “deriva proibizionistica“.