Secondo un’indagine di Confagricoltura Piemonte sono addirittura l’82% i vitivinicoltori che nei primi undici mesi di quest’anno lamentano un calo complessivo delle vendite, soprattutto in Italia.
La pandemia ha infatti messo in crisi anche il mercato vitivinicolo, anche se si pensava che tutto sommato avesse patito meno di altri, con l’aumento di consumo domestico. Invece, il problema economico tocca evidentemente anche i produttori di vino: importante il calo delle vendite in Italia, con una situazione un po’ migliore all’estero, e un futuro incerto, su cui si prevede un ulteriore calo degli ordini.
“Il mercato del vino sta cambiando profondamente: il canale della ristorazione e dei bar si è ridotto fortemente e in alcuni casi pressoché annullato; si recuperano spazi nella gdo dove i margini però sono ridotti all’osso e, fortunatamente, tengono le esportazioni, ma le prospettive non ci lasciano tranquilli”, ha spiegato il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia, presentando questi dati.
Una vendemmia 2020 generosa, sia in termini di quantità che di qualità, a cui però non corrisponde una pari risposta del mercato. Il 31% dei viticoltori, secondo Confagricoltura, ha addirittura avuto una flessione degli ordini in negativo superiore al 30%; mentre il 7% rileva vendite stazionarie. Va meglio per l’11% rdei produttori che, nonostante le difficoltà, egistra un aumento, seppur contenuto.Per quanto riguarda le esportazioni il 69% denuncia un calo delle vendite, per il 23% il mercato è stazionario, mentre l’8% ha incrementato le vendite.
Il 52% degli intervistati ha mantenuto stazionari i prezzi di vendita delle bottiglie, il 41% ha applicato una politica di sconti per poter mantenere i volumi, ma c’è anche un 7% che è riuscito ad aumentare i prezzi.
[Fonte: Ansa]