La Valpolicella brinda a un 2021 da record, che di fatto si è chiuso con un balzo senza precedenti nelle vendite di vino (+16% in valore su base annua), trainato soprattutto da uno scatto della domanda italiana del 31% e a un export in crescita dell’8% con un prezzo medio in forte ascesa. Importante sottolineare, inoltre, che i primi cinque mesi del 2022 hanno colto al meglio questa tendenza positiva e hanno continuato a edificare ottime performance: in altre parole, parafrasando quanto dichiarato dal presidente del Consorzio vini Valpolicella, Christian Marchesini, i grandi rossi veronesi sono sempre più parte delle case degli italiani.
Lo stesso Marchesini spiega come la notevole crescita sul mercato interno sia di fatto frutto di una strategia attenta: “La nostra presenza nei canali della distribuzione moderna, un tempo da taluni criticata” spiega infatti il presidente “ci ha fatto mantenere durante l’emergenza sanitaria le posizioni nonostante la chiusura imposta dalla pandemia dei ristoranti e wine bar”. In questo contesto, lo stesso Marchesini ha spiegato che i prossimi passi del Consorzio saranno il dimostrare che l’Amarone è in grado di indossare le vesti dei vini più versatili, sposandosi con armonia con le diverse cucine del mondo e con lo stesso pesce. “Il paradosso è che il mercato l’ha capito già bene” ha aggiunto Marchesini, “per l’annata 2017 c’è il rischio dei magazzini vuoti, ne abbiamo poco perché noi veneti abbiamo la tendenza a vendere tutto, mentre andrebbe conservata in azienda la storicità delle produzioni. È quanto raccomandiamo di fare per l’annata 2018”.