Vino, alcuni europarlamentari si oppongono alle etichette salutiste: “Tentativo di criminalizzazione”

Il mondo del vino trema per le etichette salutiste, e alcuni europarlamentari si uniscono al coro degli oppositori.

Vino, alcuni europarlamentari si oppongono alle etichette salutiste: “Tentativo di criminalizzazione”

La notizia che sta stravolgendo (e in un certo senso terrorizzando) il mondo del vino è senza ombra di dubbio la richiesta da parte dell’Irlanda di introdurre a livello nazionale l’obbligo di inserire alert sanitari, come “L’alcol nuoce alla salute” o “Il consumo di alcol provoca malattie al fegato”, sulle etichette delle bevande alcoliche. Uno scenario che naturalmente è andato a stuzzicare il già tesissimo rapporto tra le autorità sanitarie dell’Oms, convinte della loro linea dura e forti di studi recenti che evidenziano il legame tra il consumo di alcolici e la formazione di tumori; e i produttori e le associazioni di settore, che invece invitano a notare la differenza tra il consumo responsabile e l’abuso di questi particolari prodotti.

I commenti degli europarlamentari

vino

La vicenda ha naturalmente attirato l’attenzione di numerose figure pubbliche come il Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida, che non ha mancato di condannare le cosiddette “etichette salutiste” bollandole come una “Scelta gravissima” volta più a influenzare i flussi di mercato che a tutelare la salute dei consumatori.

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Il coro degli oppositori è infatti decisamente folto, e può vantare anche la voce di Paolo De Castro, membro della commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo: “Sorprende come la Commissione europea non prenda minimamente in considerazione la posizione approvata a larghissima maggioranza dal Parlamento Ue che, nella risoluzione sulla lotta contro il cancro del febbraio scorso, ha categoricamente escluso l’introduzione di sistemi di etichettatura sanitari, come quelli presenti sui pacchetti di sigarette” ha commentato.

La “lotta” a cui De Castro si riferisce si combatté l’anno scorso, ed ebbe come parola chiave Beca, un piano comunitario per battere il cancro che per qualche tempo aveva popolato gli incubi del mondo del vino a causa di un atteggiamento pericolosamente vicino a quello riservato al fumo.

Tornando al presente, l’eurodeputato non ha dubbi: “Ancora una volta ci troviamo di fronte al tentativo di alcuni Paesi nord-europei di demonizzare settori che rappresentano un patrimonio della nostra cultura e tradizione eno-gastronomica”. La parola fine, tuttavia, è ancora lontana: “Il via libera non è definitivo” ha proseguito De Castro “ora l’Irlanda dovrà essere autorizzata anche dall’Organizzazione mondiale del commercio, in quanto questa normativa rappresenta una barriera anche a livello internazionale. Un processo che prevede una durata di circa 60 giorni”.

“Se da un lato la Commissione pare abbia scelto di voler condizionare le scelte dei consumatori europei” ha poi concluso “come Parlamento lavoreremo invece per informarli di più e meglio, con sistemi di etichettatura delle bevande alcoliche più trasparenti, che forniscano informazioni sul consumo moderato e responsabile. Un lavoro già iniziato, con la revisione del regolamento sulle Indicazioni geografiche, che dovrà essere lo strumento per proteggere allo stesso modo tutti i prodotti di qualità europei, a partire dal vino, da questi tentativi di criminalizzazione”.