I viticoltori italiani lanciano l’allarme: la vendemmia 2020, anche se con ottime prospettive di resa in termini qualitativi, è messa in crisi dall’emergenza Coronavirus. Poche le vendite, e ancor meno bene vanno i pagamenti degli ordini. Il problema non riguarda tanto la vendita al dettaglio – con un consumo di vino pro capite che ipotizziamo sia in qualche misura cresciuto in questi mesi di lockdown – ma soprattutto il settore della ristorazione. Per alcuni vini infatti – soprattutto quelli di alta gamma come il Barolo e il Babaresco, le enoteche, i ristoranti e i bar rappresentavano circa il 70% del fatturato.
Oggi, ovviamente, quegli esercizi sono chiusi, con ordini a zero, e non si sa bene quando potranno riaprire, né quando ricominceranno a funzionare a pieno regime. Perciò i viticoltori piemontesi lanciano l’allarme: “Avremo tutti delle giacenze in cantina e non sapremo dove mettere il vino nuovo”, spiega a La Stampa il presidente della cantina cooperativa Terre del Barolo, Paolo Boffa, guardando già alla prossima vendemmia.
La situazione, infatti, potrebbe non migliorare in tempi sufficientemente brevi da permettere di smaltire il vino nelle cantine e, contemporaneamente, di mettere a risposare il vino appena vendemmiato, e la probabilità che si entri in un corto circuito di prodotto invenduto, attualmente, è molto alta.
[Fonte: La Stampa]