Cala degli Inglesi, celebre insenatura nel promontorio di Portofino, diventa un centro sperimentale per l’affinamento subacqueo di vino e altri distillati. Il 27 ottobre, infatti, sotto la gestione della start up Jamin, 4500 bottiglie di 20 etichette differenti sono state immerse, e riposeranno sul fondale marino fino all’aprile del 2022.
Le bottiglie affidate alle cure del mare sono dotate di un sistema anticontraffazione che utilizza la tecnologia blockchain per tutelare l’unicità di ogni singola unità. Il progetto di Jamin, che opera con l’aiuto del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie dell’Università di Firenze e dell’Associazione italiana Sommelier, mira a esplorare la categoria degli underwaterwines, che secondo l’opinione degli esperti potrebbe rappresentare una nuova frontiera dell’affinamento. Le proprietà organolettiche dei vini che seguono questo metodo, infatti, sono sensibilmente diverse rispetto a quelle sviluppate dai vini che invece si affidano al sistema tradizionale.
È un territorio, quello dell’affinamento subacqueo, che a rigor del vero è già stato sperimentato. Vero pioniere di questo metodo così misterioso e romantico è Piero Lugano, titolare della cantina Bisson, che lascia il suo spumante Abissi (nome azzeccatissimo chiaramente) a riposare sul fondo della Baia del Silenzio.