Il 2021? Un’ottima annata. Basta chiedere alla Coldiretti, che in occasione del Vinitaly di Verona ha presentato un’analisi in cui emerge che il vino italiano ha raggiunto il record storico di fatturato con 13 miliardi di euro, trainati in particolar modo dall’export e dall’aumento in valore dei consumi interni.
Dando un’occhiata ai dati redatti dall’associazione agricola, infatti, emerge che le esportazioni hanno messo a segno una crescita netta del 12% su base annua raggiungendo un valore complessivo di 7,1 miliardi di euro; anche se a onor del vero meritano una menzione d’onore anche gli acquisti familiari (+2,1% nella distribuzione commerciale). Il resto della torta, invece, è composto da ristorazione e turismo, che hanno saputo impattare in positivo il bilancio complessivo nonostante le difficoltà legate alla pandemia. Si attesta, inoltre, che in consumo pro capita in Italia si aggira intorno ai 33 litri l’anno; consumo che ora come non mai si volge con un occhio di riguardo alla qualità, alla storia del vino e al legame del territorio con le produzioni.
A proposito di produzioni: il 70% delle bottiglie con il tricolore italiano sono Docg, Doc e Igt, con 32 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 76 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt), mentre solo il restante 30% sono vini da tavola. Numeri che di fatto valgono all’Italia lo scettro di numero al mondo nella produzione di vino (davanti a Francia e Spagna), che nell’ultimo anno ha sfiorato i 48,2 milioni di ettolitri. Riuscirà il vino dello Stivale a mantenere questa proiezione positiva anche nel 2022?