Non arrivano notizie positive dal settore dei vini in Francia: i cambiamenti climatici hanno modificato i tradizionali processi di vinificazione. I viticoltori francesi hanno spiegato che il caldo anomalo, la siccità e il clima irregolare stanno alterando il paesaggio e di conseguenza il loro modo di lavorare. I fratelli Remi e Grgoire Couppé hanno rivelato quanto sta accadendo.
In particolare Remi, 44 anni, ha spiegato che non si può negare che il clima stia diventando più caldo e secco. Ciò influisce anche sull’uva: il livello alcolico è aumentato nel corso degli ultimi 5 anni. Quando era ragazzo, la gradazione alcolica dell’uva raggiungeva al massimo il 12%, mentre adesso arriva anche al 15%. Questa cosa provoca dei problemi già all’inizio del processo di vinificazione perché è costretto ad usare lieviti diversi per evitare di incrementare ulteriormente la percentuale alcolica.
Più sole e calore, infatti, vogliono dire un aumento dello zucchero nell’uva, con maggior livello alcolico. Inoltre fra le erbacce infestanti stanno comparendo specie ami viste prima nella loro zona, provenienti da altre parti d’Europa. Questo significa dover fare maggior attenzione quando si usa la mietitrice meccanizzata in quanto queste piante potrebbero mescolarsi alle uve raccolte, modificandone il sapore.
Un altro cambiamento riguarda il processo di stripping: in precedenza, poco prima della raccolta, la maggior parte delle foglie di vite veniva rimossa. Ma negli ultimi tre anni hanno eliminato tale fase perché l’uva ha bisogno dell’ombra delle foglie, altrimenti il troppo sole e calore finisce col rovinare i grappoli. Altra modifica: il tempo della raccolta arriva progressivamente sempre prima, sta anticipando.
Ma non sono solo il caldo e il sole a causare problemi. Anche gli improvvisi acquazzoni creano danni: quando piove, finisce col piovere in maniera eccessiva. Quando fa freddo, fa più freddo di prima, soprattutto a inizio primavera. Per non parlare delle grandinate: diverse aziende, nel corso degli ultimi anni, hanno unito le forze per potersi collegare a sistemi radar che le avvisino quando si avvicinano nubi da grandine. Quando la nuvola si avvicina, lanciano tutti insieme alcuni palloncini riempiti di elio e su questi palloncini viene messo del sale idroscopico. Il pallone viene risucchiato nella nuvola e, grazie al sale, la grandine viene trasformata in pioggia.
Anche gli scienziati stanno cercando dei sistemi per aiutare i viticoltori francesi. Nathalie Ollat, direttrice dell’Istituto di scienze della vite e dei vini di Bordeaux, ha rivelato che stanno sperimentando dozzine di varietà di uve più resistenti al caldo, per valutarne la resa e la qualità. Il problema, in questo caso, è che i vini di Bordeaux sono una miscela di vitigni che prendono il nome dall’azienda dove vengono coltivati, raccolti e miscelati. Secondo le regole stabilite dall’ente enologico francese INAO, un vino di Bordeaux autentico può essere prodotto solamente a partire da sei uve autorizzate. Solo che gli esperti hanno fatto notare che alcune di queste uve potrebbero non essere in grado di sopravvivere a un surriscaldamento globale.
Quindi i problemi potrebbero arrivare anche da parte di chi regola i rigidi standard di autenticità. Per esempio, tali standard impediscono agli enologi di irrigare come e quando vogliono. Il viticoltore Alain Maufras di Pontac Monplaisir la scorsa estate ha chiesto il permesso di irrigare, ma gli è stato negato. Risultato? Alcune viti vecchie di 300 anni sono morte a causa del caldo. Se i vini francesi vogliono adattarsi e sopravvivere, anche chi vigila sulle regole di produzione dovrà imparare ad essere più pragmatico e adattarsi ai cambiamenti in corso.
[Crediti | NPR]