Dal “Jamm ja” a “Daje” il passo è evidentemente breve. Prima l’ennesima incursione partenopea, poi la prima stoccata pugliese, a Bari; e ora Vincenzo Capuano apre anche a Roma: in Piazzale di Porta Pia al numero 123, a essere ben precisi. Questa volta, però, sotto il sempreverde vessillo della tonda – sapientemente arricchito dal motto “Vivere di pizza è meraviglioso” – non ci si scambia solo pacche sulle spalle e amore incondizionato per il lievitato discoidale per eccellenza: c’è anche divisione, polemica, un po’ di stizza. C’è aria di guerra civile o peggio ancora di derby, in altre parole.
Come di consueto l’annuncio dell’apertura romana è giunto attraverso un post pubblicato sulla già affollatissima vetrina social – uno strumento, quest’ultimo, solitamente ben maneggiato dallo stesso Capuano. Parlare di scivolone è forse esagerato: di certo, però, annunciare l’apertura con una maglia della Roma, portandola in giro per il locale (ancora vuoto, naturalmente) e arrivando infine anche a firmarla non poteva che sollevare una certa irritazione nella metà biancoazzurra della Capitale.
“In quindici secondi hai perso metà della clientela”
L’intento di Vincenzo Capuano, o del team che evidentemente cura la sua comunicazione internettiana, era evidentemente quello di sottolineare il forte legame tra la città e la squadra di calcio. Il nostro protagonista, come accennato in apertura di articolo, si presenta aprendo un cartone della pizza davanti a Porta Pia, svelando una maglia giallorossa.
Maglia che di fatto compie un intero tour del locale, con slalom tra forni, tavolini e tegli nel religioso silenzio che riempie i video di Capuano dopo il “Jamm Ja” di apertura, fino alla conclusione che vede Capuano firmare la maglia. Una firma che, in un certo senso, ha il sapore della sentenza: nei commenti i tifosi della Lazio hanno reso palese il loro malcontento.
I nostri lettori più cinici sosterranno che una delle regole più discusse ma dannatamente efficaci della comunicazione è che la cattiva pubblicità, di fatto, non esiste; ed è assolutamente vero: tra gli esempi più recenti pensiamo al caso dello spot di Amica Chips, accusato di essere blasfemo. Vi ricordiamo, però, che è altrettanto vero che l’articolo numero zero della Costituzione è di non piazzarsi mai tra un cittadino e la sua squadra del cuore: quasi peggio del provare a giustificare la pizza con l’ananas.
Sforbiciata punita con il cartellino rosso, dunque? È presto per dirlo. Quel che è certo è che i tifosi laziali, dicevamo, sono stati più che eloquenti nel commentare la scelta di Capuano: “In quindici secondi hai perso metà della clientela” ha commentato un utente; “Il suo ufficio marketing fa acqua” ha ribadito un secondo, “A Roma ci sono due squadre. Eh jamme ja il 50% dei clienti già tagliato. Fenomeni”; “Il bello è che fate le cose a caso, non sai neanche qual è la vera squadra della Capitale” ha chiuso un terzo.