Passano gli anni, ma Marc Veyrat proprio non sembra sbollire la rabbia nei confronti della Michelin, anzi, a 74 anni suonati non perde occasione per lanciare i suoi strali nei confronti della della guida rossa. L’ultimo in ordine di tempo è di qualche giorno fa, in occasione dell’inaugurazione del suo nuovo ristorante a Megève, nell’Alta Savoia. Si chiama Le Restaurant Marc Veyrat, ha appena 18 coperti e un menu degustazione da 450 euro e, come specificato da un cartello all’ingresso, lì gli ispettori Michelin non possono entrare.
Il Cheddar gate
La personale battaglia di Veyrat contro gli ispettori gommati inizia nel 2019, anno in cui il suo ristorante Maison de Bois viene declassato a due stelle, avendo conquistato la terza appena l’anno prima. Apriti cielo: lo chef dal cappello nero sostiene che questa perdita lo ha condotto alla depressione, e addirittura a contemplare il suicidio, decidendo poi di portare la Michelin in tribunale. La guida verrà accusata di aver espresso un giudizio senza aver visitato il ristorante, accusa respinta poiché l’anonimato degli ispettori è sacrosanto, ma il vero casus belli sarà un soufflé di formaggio.
In un raro, forse unico afflato di trasparenza da parte della guida, certamente dovuto alla necessità di doversi spiegare in una sede legale, Michelin spiegò che all’assaggio il piatto fosse stato preparato con del Cheddar, invece che con soli formaggi francesi: “Come osano asserire che c’è del cheddar nel soufflé di reblochon, beaufort e tomme? Ho usato dello zafferano e i signori hanno dedotto fosse cheddar solo perché era giallo”. Un vero affronto per Veyrat, che tacciò gli ispettori di incompetenza e arrivò a preparare il piatto in aula, ovviamente solo con Reblochon e Beaufort.
Lo chef perderà la causa, e con la Michelin non vorrà più avere a che fare: “non voglio più esser parte di quella guida, né avere a che fare con queste persone. Sono brutta, brutta, brutta gente”.
Bocuse e Depardieu
Va detto che la diatriba con la guida non gli ha portato una flessione negli affari, anzi: se alla Maison de Bois c’è sempre il tutto esaurito, l’anno successivo alla bagarre ha portato Veyrat a Parigi, rilevando il ristorante che fu di Gerard Depardieu il Fontaine Gaillon, dove ovviamente gli ispettori Michelin non sono graditi.
Ma non pensiate che lo chef dell’Alta Savoia porti avanti questa battaglia solo per sé stesso: quando, dopo 55 anni il leggendario ristorante di Paul Bocuse (morto un paio di anni prima, nel 2018), L’Auberge du Pont de Collonge vicino a Lione, perse anche lui la terza stella, Veyrat non mancò di intervenire: “Che scandalo! Nazionale! Mondiale! Come osate toccare l’istituzione Paul Bocuse, mio Amico, che rappresenta l’identità francese nel mondo? Perché uccidere i padri? Fate notizia, ma che errore monumentale! Preferite il partenariato con TripAdvisor, La Fourchette, tradite la professione. Confondete il mio territorio con il Cheddar, la capasanta con il fegato di rana pescatrice virtuale, che impostura, che tradimento. Triste, tristissimo, ma il nostro cuore è con le brigate e la famiglia di Monsieur Paul. Le stelle negli occhi dei nostri clienti sono più splendenti di quelle che attribuite senza nessun valore”.