Ops, I did it again… Potrebbe essere tranquillamente questa la colonna sonora che accompagna questa notizia. Eh sì, perché la Francia prova (di nuovo) a vietare di chiamare carne i prodotti a base vegetale. Come già fatto in passato, ma poi era tornata indietro sui suoi passi, salvo poi ri-ritornare di nuovo indietro… Insomma, la questione in Francia sembra essere diventata un loop infinito.
La Francia riuscirà prima o poi a vietare di chiamare carne i prodotti a base vegetale?
Era il 2020 e la Francia si pronunciava contro i prodotti animali in versione vegetale, sostenendo che non si potesse parlare di “carne vegana”. Tutto sembrava procedere in tale direzione, tanto che nel luglio 2022 era saltata fuori la notizia che i prodotti a base vegetale, in Francia, non si sarebbero più potuti chiamare hamburger o salsicce.
Solamente un mese dopo, però, il dietrofront: era svanita nel nulla l’idea di non chiamare più carne la carne vegetale. Ok, questione accantonata, si passa ad altro.
Non fosse che, adesso, la Francia sembra aver fatto l’ennesima giravolta, tornando indietro sulle sue posizioni. Pare infatti che il governo francese abbia notificato all’Unione Europea il suo progetto di decreto nazionale volto a vietare l’utilizzo delle denominazioni solitamente usate per la carne per definire prodotti a base di proteine vegetali.
Se l’UE desse il suo ok e se la Francia non cambiasse di nuovo idea, ecco che dai nostri vicini non si potrebbe più parlare di bistecca vegetale o anche di filetto vegetale, hamburger vegetale e via dicendo (il tutto valevole anche per le versioni vegetariane e vegante del controfiletto, della lombata, della costata, delle scaloppine, delle costolette, delle grigliate, della salsiccia, del prosciutto e altro ancora).
La notizia è giunta anche alle orecchie di Coldiretti, la quale ha sottolineato che il progetto della nuova normativa francese è affine a quello italiano relativo al disegno di legge che vuole regolamentare la produzione e la commercializzazione in Italia di alimenti e “mangimi sintetici” (parole di Coldiretti, noi sappiamo benissimo che il significato di sintetico non si applica affatto alla carne da laboratorio).
Questo decreto, infatti, oltre a vietare in Italia la produzione e la commercializzazione della carne coltivata in laboratorio, vieta anche l’uso di nomi per queste carni alternative che facciano riferimento alla carne vera e ai suoi derivati.
Secondo Coldiretti serve una norma nazionale che faccia chiarezza sulla questione. Queste le sue parole: “Occorre fare chiarezza su una strategia di comunicazione subdola con la quale si approfitta deliberatamente della notorietà e tradizione delle denominazioni di maggior successo della filiera tradizionale dell’allevamento italiano per attrarre l’attenzione dei consumatori e indurli a pensare che questi prodotti siano dei sostituti, per gusto e valori nutrizionali, della carne e dei prodotti a base di carne”.
Coldiretti ritiene che consentire a dei mix vegetali di usare la denominazione di carne significa spingere prodotti ultra trasformati con ingredienti frutto di procedimenti produttivi molto spinti di cui spesso non si conosce la provenienza della materia prima. E questo perché l’Unione Europea importa ogni anno milioni di tonnellate di materie prime vegetali da tutto il mondo.