Via libera al glifosato: l’Efsa non ha rilevato “alcuna area di preoccupazione critica”

L'analisi dell'Efsa non ha rilevato "alcuna area di preoccupazione critica" negli usi del glifosato: l'autorizzazione del pesticida sarebbe scaduta a dicembre.

Via libera al glifosato: l’Efsa non ha rilevato “alcuna area di preoccupazione critica”

Marcia indietro sulla marcia indietro – nel corso degli ultimi mesi vi abbiamo raccontato di così tante inversioni a U che, dobbiamo confessarvi, abbiamo perso un po’ il conto. Partiamo dal parere dell’European Chemicals Agency, risalente a poco più di un annetto fa, secondo il quale il glifosato non è affatto cancerogeno (anche se può provocare cecità ed è tossico sul lungo periodo per gli organismi acquatici, ma questi sono dettagli); seguito a distanza di giorni da un secondo studio che ha invece confutato quanto sostenuto dall’ECHA. C’è, nel frattempo, chi dimostra che l’erbicida è dannoso per le api selvatiche; e c’è persino chi – la Francia – decide di pagare gli agricoltori che decidono di rinunciarvi. Una lunga danza aggrappata al filo del dubbio, in attesa del parere definitivo dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa).

La revisione dell’Efsa sul caso glifosato

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Parere che, come avrete potuto immaginare, ha richiesto un certo tempo per valutare la mole di studi e pareri scientifici talvolta diametralmente opposti; e che finalmente è stato pubblicato dall’ente incaricato. Nella sua revisione della valutazione del rischio del glifosato come sostanza attiva, l’Efsa nona ha “individuato alcuna area di preoccupazione critica in relazione al rischio che esso comporta per l’uomo, gli animali o l’ambiente”.

Pesticidi: le case produttrici nascondono la tossicità delle molecole, lo dice uno studio Pesticidi: le case produttrici nascondono la tossicità delle molecole, lo dice uno studio

È bene notare, rimanendo in questo contesto, che una preoccupazione può essere definita “critica” quando riguarda tutti gli usi proposti della sostanza in questione (in semina, in post-raccolto e via dicendo); e si tratta di una valutazione che andrebbe a impedire l’approvazione o il rinnovo. In altre parole, l’Efsa ha di fatto adottato e riutilizzato la sopracitata lettura proposta dall’ECHA – il glifosato non soddisfa i criteri scientifici per essere classificato come sostanza cancerogena, mutagena o reprotossica.

Si sottolinea, per di più, l‘impossibilità di risolvere in maniera definitiva la valutazione di una delle impurità presenti nella sostanza in questione, la valutazione del rischio alimentare per i consumatori e la valutazione dei rischi per le piante acquatiche; oltre alla mancanza di informazioni per quanto concerne la tossicità di uno dei componenti della formulazione di pesticidi a base di glifosato presa in esame – informazioni che, come potrete immaginare, sono necessarie per “portare a termine la valutazione del rischio relativo alla formulazione per gli usi rappresentativi”.

Anche il capitolo dedicato alla biodiversità rimane sospeso in un limbo torbido: pur riconoscendo che i rischi utilizzati all’uso del glifosato dipendano da “molteplici fattori”, gli esperti hanno rilevato “la mancanza di metodologie armonizzate e di specifici obiettivi di protezione concordati”. In altre parole, non è stato possibile trarre conclusioni definitive su questa particolare valutazione del rischio.

Più precisa, invece, la valutazione che riguarda l’ecotossicologia: i dati presi in esame hanno permesso un approccio conservativo alla valutazione del rischio, che ha individuato “un rischio elevato a lungo termine per i mammiferi in 12 dei 23 usi proposti del glifosato”.