Semaforo verde per Maelstrom, progetto cofinanziato dall’Unione europea che ha portato alla creazione di un piattaforma robotica installata in quel di Venezia con l’ambizioso obiettivo di rimuovere i rifiuti marini dai fondali. Il team di lavoro, che vanta esperti internazionali coordinati dal Cnr-Ismar del capoluogo veneto, ha di recente iniziato la pulizia dei fondali della laguna adiacenti all’isola di Giudecca: terminata questa prima fase, che senza ombra di dubbio sarà utile per collaudare capacità e limiti del robot in questione, il team si sposterà verso il mare aperto, e più precisamente nell’area di Cavallino-Treporti, zone che nel corso degli anni si sono mestamente distinte per la spiccata presenza di rifiuti.
La piattaforma robotica, realizzata grazie agli sforzi dei partner di Maelstrom Tecnalia (Spagna), Consiglio Nazionale delle Ricerche Francese (Cnrs-Lirmm) e la Servizi Tecnici di Venezia, consiste fondamentalmente in una sorta di chiatta galleggiante alla quale è fissato, grazie al supporto di spessi cavi e argani, il robot che va poi a operare effettivamente sui fondali marini. Il tutto è stato pensato per operare a una profondità massima di 20 metri, e soprattutto senza danneggiare gli ecosistemi acquatici: altrettanto interessante, inoltre, notare che la sua attività può essere svolta sia in modo autonomo sia grazie alla guida remota di un operatore.
“Il nostro robot è dotato di sensori guidati dall’intelligenza artificiale per il controllo del fondale e l’identificazione dei rifiuti” hanno spiegato Damien Sallé e Mariola Rodriguez di Tecnalia e Nicola Ferrari della ditta Servizi Tecnici. “Due diversi strumenti consentono la raccolta di materiale di diverse dimensioni: un tubo aspirante per i rifiuti più piccoli e una pinza per quelli di dimensioni più grandi come pneumatici, reti da pesca abbandonate e parti d’imbarcazioni”.