23 locali, 75 dipendenti (di cui 19 in nero), 14 chiusure e 53 violazioni delle norme di sicurezza: questi i numeri dell’ultima raffica di controlli eseguiti dai Carabinieri dell’Ispettorato del lavoro nei ristoranti di Venezia, che ha portato a un ammontare complessivo di oltre 235 mila euro in sanzioni. Stando a quanto riportato sui verbali, alcune delle motivazioni dietro le multe riguardano la mancata formazione sulla sicurezza dei dipendenti, l’omessa installazione di un impianto antincendio o di un piano di emergenza ed evacuazione e, più generalmente, il mancato rispetto delle norme di igiene e salute.
Tra i casi più eclatanti si segnala un ristorante di Marghera dove è stato individuato un lavoratore “assunto” da cinque anni senza alcuna copertura assicurativa o contrattuale; o in alcuni locali nei dintorni di Rialto dove sono stati scovati altri cinque dipendenti in nero. Ancora, a Quarto d’Altino, i militari hanno individuato un locale del tutto sconosciuto al fisco, ufficialmente inquadrato come associazione sportiva ma di fatto funzionante come una normale attività imprenditoriale: in questo caso sono stati trovati due lavoratori non registrati, ed elevate sanzioni per un totale di 45 mila euro.
“Sembra di rivedere le notizie della scorsa settimana” ha commentato l’assessore comunale al Commercio Sebastiano Costalonga, in riferimento ai controlli dei giorni scorsi nei locali in laguna che hanno fatto abbassare un paio di saracinesche. “Lo abbiamo visto anche durante i controlli sui plateatici, nei giorni scorsi: molti ristoratori sembrano non voler capire che il periodo di emergenza è concluso e, con esso, anche certe deroghe. Noi li abbiamo avvisati, la prossima volta scatteranno i verbali. Questo, ovviamente, non vale per il lavoro nero che invece è giusto sia immediatamente punito”.