A far squillare l’allarme per ristoranti, bar e altri locali di Venezia ci pensa l’Aepe, Associazione esercenti pubblici esercizi, che ha distribuito per le vie del capoluogo veneto un volantino che invita i cittadini a frequentare le numerose attività di ristorazione che, a causa del recente spauracchio dovuto ai contagi da Covid-19, lamentano una riduzione del 50% degli incassi rispetto al periodo pre pandemico.
Stando alle parole del direttore di Aepe Venezia Ernesto Pacin, infatti, più della metà delle aziende rappresentate dell’associazione sono in grandi difficoltà, con molti che pensano di vendere l’attività e risparmiarsi il proverbiale mal di pancia. Pacin attribuisce la causa di questo calo di clientela sia “allo smart working” che a “una prudenza ingiustificata, visto che i nostri locali sono pronti ad accogliere i clienti in piena sicurezza grazie ai vaccini e a tutte le misure di sicurezza”.
E a esacerbare le difficoltà c’è anche la mancanza di turisti che è destinata a durare a causa delle restrizioni ai viaggi e la crescita dei contagi all’estero. Una mancanza che, in soldoni, si traduce in disdette delle prenotazioni di pranzi e cene natalizi e veglioni di fine anno. Ancora una volta, stando alle dichiarazioni di Pacin, c’è un problema di comunicazione: “Si parla in maniera eccessivamente negativa della situazione”, spiega. “In realtà l’85% del Paese è vaccinato e i luoghi sono sicurissimi. Chiediamo aiuto ai veneziani: restate a fianco delle imprese del nostro territorio. Abbiamo riaperto le attività a giugno e lavorato solo 4 mesi. In questa situazione si riesce a rientrare nelle spese, ma non si può dire di aver guadagnato per tutto l’anno”.