Una colazione come tante, con un sapore diverso dopo tanti giorni di quarantena. Ma a Venezia pure il costo è diverso: 21 euro per cappuccino e spremuta.
A segnalare il conto (salato) un uomo che lavora in un’azienda vicino a Piazza San Marco, che si è visto consegnare uno scontrino da ben 21 euro dopo aver consumato obbligatoriamente la colazione al tavolo, e non al banco, per via delle restrizioni anti-coronavirus.
Siamo all’Illy Caffè dei Giardini Reali, ad un centinaio di metri dalle colonne di San Marco e Todaro. “Se questi sono i prezzi — spiega l’uomo mostrando lo scontrino — ci andranno solo i turisti”.
Il prezzo più elevato è “giustificato” dalla consumazione al tavolo, come risaputo molto più costosa rispetto a quella al banco. All’Illy Caffè in questione, infatti, il caffè passa da un euro e mezzo al banco ai 6 euro al tavolo, il cappuccino va dai 3 ai 9 euro, mentre la spremuta passa da 5 a 12 euro.
Il fatto è che con il divieto di assembramenti consumare al banco è diventato molto difficile, e quindi molti avventori dei locali sono costretti a consumare al tavolo. “Volevamo bere in piedi ma il personale ci ha invitato a sederci viste le restrizioni, nessuno però ci ha detto che i prezzi erano triplicati. Mai avremmo immaginato di pagare oltre venti euro, un furto”.