Il vino ricavato dalla vendemmia 2021 sarà buono, ma avrà prezzi più alti: è questa la previsione di Ritano Baragli, presidente della Cantina Sociale Colli Fiorentini, durante le ultime battute dell’annuale operazione di raccolta delle uve. Dati alla mano, il presidente sottolinea come l’annata sia stata segnata da un brusco calo della produzione, con alcuni soci della Cantina che sono arrivati a perdere anche il 50% della loro produzione.
L’origine dei problemi, ovviamente, è da ricercare nell’instabilità climatica, e più precisamente nella “gelata di aprile e la siccità di luglio e agosto”, come spiega Baragli. Una sentenza, quella del clima, quanto mai perentoria. C’è da dire però che non tutto il male viene per nuocere: al di là dei problemi climatici, infatti, il 2021 si distinguerà particolarmente da un punto di vista qualitativo. Secondo il presidente della Colli Fiorentini quella corrente “sarà un’annata da ricordare perché le uve sono sane, e quindi ci aspettiamo dei buoni vini.”
Di nuovo, tuttavia, la vendemmia 2021 presenta il rovescio della medaglia: “I consumatori dovranno attendersi un aumento dei prezzi, non soltanto come conseguenza della produzione inferiore, ma anche per via di una serie di rincari che si stanno presentando, dall’energia alle bottiglie, fino ai cartoni: costi che stanno lievitando, e che porteranno a un incremento del prezzo della bottiglia per il consumatore”.
Le stesse problematiche suscitano altrettante preoccupazioni anche per la produzione olearia. “La siccità ci porta ad avere un carico di olive molto basso” spiega Baragli. “Quindi, anche se in questi mesi non ci sono stati attacchi significativi da parte della mosca olearia, anche qui ci aspettiamo un’annata scarsa in termini di produzione di olio. I nostri agricoltori dovranno leccarsi le ferite”.