L’evoluzione, sempre lei: la stessa che ci fa saper che l’alcol ci piace così tanto perché assomigliamo alle scimmie che amano la frutta matura ricca di etanolo, ecco che adesso ci svela quale sia il profumo preferito da tutti. Pare che sia la vaniglia.
Questo è, almeno, quello che sostiene un recente studio pubblicato da poco su Current Biology. C’è da dire che lo studio ha chiesto ai partecipanti di classificare solamente una decina di fragranze uniche, quindi in realtà il titolo corretto sarebbe: “Fra i 10 profumi che vi abbiamo fatto annusare, quello che preferite è la vaniglia”. E questo perché magari potrebbero esistere altri profumi maggiormente graditi alle persone rispetto a quelli testati.
Secondo Peter Dockrill, potrebbe esserci alla base una spinta evolutiva per quanto riguarda questa preferenza universale. Artin Arhamian, neuroscienziat de Karolinska Institutet in Svezia e autore dello studio, ha spiegato che le culture di tutto il mondo classificano i diversi odori in modi molto similari, indipendentemente dalla loro provenienza. Tuttavia le preferenze relative agli odori hanno una componente personale, anche se non culturale.
Lo scopo dello studio era quello di cercare di capire se la percezione dell’olfatto fosse coerente in tutto il mondo o se le persone avessero appreso culturalmente le loro preferenze olfattive. Nello studio sono state coinvolte 225 persone facenti parti di dieci differenti gruppi culturali, comprensivi di abitanti delle città, cacciatori indigenti, pescatori e agricoltori provenienti da zone rurali.
Ai partecipanti è stato chiesto di annusare delle fialette contenenti dieci profumi e presentate in ordine casuale. Poi è stato chiesto loro di classificarle dalla più piacevole a quella meno gradita.
Si è così scoperto che il profumo classificato come il più gradevole per la maggior parte dei partecipanti era quello della vanillina, il componente principale dell’estratto di vaniglia. A seguire c’era il butirrato di etile, dall’odore fruttato simile all’ananas. Al terzo posto, invece, c’era il linalool, presente in più di 200 piante, fra cui anche la lavanda.
Il profumo meno apprezzato, invece, è stato l’acido isovalerico, un composto dall’odore penetrante e pungente che ricorda quello del formaggio, del latte di soia o dei piedi sudati (severi, ma giusti).
Analizzando poi dati, i ricercatori hanno scoperto che il background culturale influenza solo in minima parte le preferenze per quanto riguarda gli odori. Le variazioni evidenziate si basavano, infatti, più che altro sulle preferenze personali e non sulla cultura.
Ma cosa c’entra l’evoluzione? Beh, è stato ipotizzato che la conoscenza e la preferenza verso determinati profumi abbia potuto aumentare le percentuali di sopravvivenza di questi soggetti.