Si sa che effetto fa Valerio M. Visintin: o lo ami o lo odi. Come le birre lambic o le frattaglie. Ed è naturale: non potrebbe accadere altrimenti con il Catone gastronomico del “Corriere della sera”.
Ma è un errore. Perché chi lo ama, lo segue anche quando le sue bastonate arrivano sulle noci del capocollo sbagliate (capita a tutti quelli che bastonano parecchio); chi lo odia lo snobba anche quando le randellate finiscono esattamente dove devono finire.
Allora, se fate parte della seconda schiera, contate fino a cento e calmatevi, dimenticate quella volta che ha fustigato un vostro beniamino o ha sbertucciato le vostre foto postate su Instagram: giovedì prossimo l’Uomo Nero picchierà dove si deve, sul rapporto tra mafia e ristoranti.
[Io, giovane appassionata, difendo la birra artigianale da Valerio Visintin]
Il sospetto ce l’abbiamo sempre avuto tutti: se a un certo punto apre un locale enorme, con grandi volumi e una proprietà oscura, non è impossibile che l’attività serva a far girare quattrini della malavita. Ma una cosa sono i rumors, un’altra la realtà. Dunque ecco che DOOF –la rassegna “antagonista” inventata da “>Valerio Emme– propone un dibattito per far chiarezza.
[Il critico gastronomico dev’essere anonimo? I pareri opposti di Camilla Baresani e Valerio M Visintin]
Alla libreria Open al civico 6 di viale Monte Nero (il colore preferito dal Nostro) di Milano, alle 19 di giovedì 22 si parla di “Mafie e ristorazione” con ospiti seri, anzi serissimi:
Alessandra Dolci, Coordinatore della Direzione Distrettuale Antimafia; David Gentili, Presidente della Commissione Antimafia del Comune di Milano; Alessandro Galimberti, Presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia; Lino Enrico Stoppani, Presidente della Fipe-Confcommercio; a moderare Cesare Giuzzi del Corriere della Sera.
[Quanti ristoranti ha in mano la mafia in Italia? Almeno 5000]
“Secondo fonti non ufficiali –scrive il Babau dei foodie– a Milano un ristorante su cinque ha rapporti –più o meno stretti e volontari– con la malavita organizzata. Percentuale che raddoppierebbe limitando l’inquadratura alle nuove aperture.”
È un incontro importante. Se potete, andateci. Anche se amate Valerio M. Visintin dello stesso amore con cui un vegano ama una fiorentina.