Uva da tavola: in Puglia export in crescita con qualità ottima, ma quantità in calo

In Puglia va molto bene l'export dell'uva da tavola: la qualità di questa vendemmia è ottima, anche se è stato registrato un calo nella quantità prodotta.

Uva da tavola: in Puglia export in crescita con qualità ottima, ma quantità in calo

Andiamo in Puglia perché l’uva da tavola ha registrato un incremento nell’export. Si parla di un’ottima qualità della uva, nonostante la quantità del prodotto vendemmiato sia in calo. A dare la notizia è stata Coldiretti Puglia, basandosi sui dati del Focus Ismea “Tendenze frutta fresca”.

Nonostante l’emergenza Coronavirus, l’export dell’uva da tavola pugliese ha segnato una crescita del +25% e questo a fronte di un calo della quantità anche del 30% in alcune aree (anche per il Chianti è stata segnalata una qualità ottima, con una diminuzione della quantità). Tale riduzione è imputabile a causa delle anomalie del clima che hanno distrutto parte dei raccolti.

Sabino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia, ha spiegato che per sostenere le aziende, l’agroalimentare deve essere incluso nei progetti che verranno realizzati utilizzando le risorse del Recovery Fund. Il fatto è che il settore ortofrutticolo non ha potuto beneficiare dell’esonero per i primi sei mesi 2020 dei contributi previdenziali e assistenziali dovuti dai datori di lavoro.

A causa degli effetti economici negativi della pandemia, bisogna trovare degli strumenti per garantire liquidità e sostegno agli operatori della filiera ortofrutticola pugliese. Inoltre è necessario superare i limiti UE relativi alla capacità di investimento nei comparti alimentari e agricoli.

Inoltre bisogna investire sempre di più nella competitività del Made in Italy in modo da sostenere le esportazioni e la crescita. Il che vuol dire aprire a nuovi mercati esteri, bypassando anche le difficoltà provocate dall’embargo russo (si parla di perdite nel settore delle esportazioni per un valore di 160 milioni di euro in 5 anni). Inoltre nei primi 9 mesi del 2019 sono crollate anche le esportazioni in Germania del 10%, il che è grave perché qui si consuma un terzo dell’ortofrutta Made in Italy esportata.