Una catena di supermercati americana, Trader Joe’s, annuncia che cambierà i nomi ad alcuni dei suoi prodotti, dopo che è stata accusata di razzismo. La questione razzismo e prodotti alimentari non accenna a placarsi, soprattutto in America, dove le manifestazioni del movimento Black Lives Matter continuano a sconvolgere la società, provocando anche molti cambiamenti.
Uno di questi (tra i più criticati, probabilmente, almeno al di qua dell’Oceano) riguarda anche la questione del “politically correct” rispetto ai prodotti alimentari, che ha già portato alcuni ripensamenti su marchi storici. Alcuni di questi, in effetti, possono suonare come inequivocabilmente razzisti, e forse a suo tempo sono stati pensati proprio con quell’intento lì. Questo avviene anche in Europa (si pensi ai famosi moretti svizzeri ritirati dagli scaffali di una catena della GDO, ma anche a moltissimi prodotti italiani), ma la questione, in un Paese attento alla forma c0me gli Stati Uniti, assume tutto un altro aspetto, soprattutto in questo momento storico.
Così finiscono sotto accusa i prodotti etnici di Trader Joe’s, catena di supermercati nata in California specializzati in cibo fresco. Quelli della cucina araba erano “Arabian Joe”; “Trader Joe San” quelli giapponesi e quelli italiani erano invece “Trader’s Giotto”.
Cosa c’è che non va? Penserebbe un consumatore italiano, e questo spiega quanto siano lontane le due culture e quanto alcune delle rivendicazioni del movimento antirazzista americano non ci tocchino minimamente, per diversità ideologica, storica e culturale. Il problema, secondo i molti che hanno firmato le petizioni (poi accolte) per chiedere a Trader Joe’s di rivedere i nomi dei suoi prodotti, è che quei nomi creano “una narrativa di un esotismo che perpetua pericolosi stereotipi”.