Uno scienziato della California ha rivelato che negli USA occidentali si è scatenata la peggiore siccità degli ultimi 1.200 anni (tanto è stato necessario imporre delle restrizioni idriche per fronteggiarla). La paura è che, adesso, possano svilupparsi degli incendi catastrofici.
Il ricercatore ha spiegato di essersi unito a un team di diversi scienziati impegnati a misurare l’altezza del manto nevoso in Sierra Nevada. I risultati del 2022 non sono stati per niente incoraggianti: il mano nevoso della California è il 23% in meno rispetto all’anno scorso.
Questo vuol dire che la siccità è peggiorata e che per gli Stati Uniti si preannuncia un’altra drammatica stagione degli incendi.
Lo scienziato ha poi sottolineato che molte persone hanno una visione alquanto semplicistica della siccità: pensano che si tratti solamente di una mancanza di pioggia e neve. Il che è vero, ma c’è molto altro da considerare.
Durante i periodi di siccità prolungata, infatti, il terreno rischia di diventare così secco da provocare due conseguenze opposte:
- può assorbire tutta l’acqua nuova, riducendo così il quantitativo che arriva a fiumi e bacini idrici
- all’opposto, il terreno può essere così secco da non riuscire ad assorbire l’acqua piovana e da farla defluire così rapidamente da provocare inondazioni
Questo significa che non si può più fare affidamento sui periodi relativamente brevi di pioggia o neve per cercare di alleviare i danni provocati dalla siccità: quello che facevamo in passato, complici anche i cambiamenti climatici, non va più bene ora.
Per compensare la differenza, sarebbero necessari più anni di pioggia e neve sopra la media al posto di grandi eventi consecutivi concentrati in un solo anno.
E non pensiate che la siccità sia un problema solo americano: in Piemonte cento e più giorni senza piogge hanno fatto sì che il Po non fosse mai stato così basso negli ultimi 30 anni.