È allarme nel Regno Unito per la carenza di uova: fra influenza aviaria (con abbattimento dei volatili) e rincari di mangimi/forniture, ecco che i produttori britannici di uova hanno avvisato tutti del fatto che potrebbero esserci carenze. Già ad aprile i produttori avevano lanciato l’allerta: i costi dei mangimi erano troppo alti, continuando così si rischiava di avere sempre meno uova. E la tendenza, a quanto pare, non è cambiata, anzi: potrebbe essere peggiorata.
Perché non ci sono più uova in Gran Bretagna?
Un terzo degli allevatori del British Free Range Egg Producers Association o BFREPA, se preferite gli acronimi, ha riferito di essere stato obbligato a ridurre il numero di galline in quanto i prezzi di vendita delle uova non riuscivano a coprire i costi di produzione. Inoltre un quarto dei 165 agricoltori intervistati ha spiegato di aver bloccato le produzioni, o temporaneamente o permanentemente.
Non è difficile capire il perché gli allevatori inglesi siano giunti a tale punto: l’influenza aviaria sta decimando gli animali, fra malati e abbattimenti coatti (ma possibile che non ci sia un sistema meno cruento?), poi c’è stato l’aumento dei costi dei mangimi che, unito all’aumento del costo dei carburanti per il trasporto e dell’energia, ha reso poco redditizio produrre uova. Anzi: si lavora in perdita.
L’associazione in questione comprende circa 550 aziende produttrici di uova, quindi il 70% della produzione di uova biologiche e da galline ruspanti del Regno Unito. Molti degli allevatori intervistati ha poi aggiunto che stava prendendo in seria considerazione l’idea di non ripopolare gli stormi, mentre un altro ha sottolineato che sta cercando, nei limiti del possibile, di tagliare i costi per sopravvivere.
Già a marzo, l’industria delle uova aveva invitato i grandi rivenditori del Regno Unito ad aumentare di 40 pence il prezzo di una dozzina di uova, proprio per evitare il crollo dei produttori. Da allora, il prezzo è aumentato di circa 45 pence, ma solamente 9-10 pence finiscono nelle tasche degli allevatori, il che non è sufficiente per coprire i costi di produzione.
Per ora pare che i supermercati non stiano segnalando un problema immediato di carenza di uova. Ma se gli allevamenti non verranno ripopolati, fra un po’ qualche problema di approvvigionamento potrebbe esserci, soprattutto perché l’epidemia di influenza aviaria e l’inflazione non sembrano intenzionate a retrocedere.
La domanda sorge spontanea: gli stessi problemi del Regno Unito, inflazione e influenza aviaria, li abbiamo anche qui da noi. Dunque anche in Italia rischiamo di veder diminuire progressivamente la produzione di uova? In fin dei conti, anche negli USA il prezzo delle uova è aumentato del 52%, sempre per gli stessi motivi.