Ci avevano detto che le uova provenienti da allevamenti belgi e olandesi contaminate dal famigerato antiparassitario Fipronil non erano mai arrivate in Italia. Avevamo tirato un sospiro di sollievo.
Poi, la doccia fredda: sono state trovate uova contaminate in due campionamenti eseguiti nelle Marche (Ancona) e nel Lazio (Roma), oltre a prodotti derivati surgelati in Lombardia. Oggi ancora cattive notizie: due nuovi casi di uova contaminate allargano il cerchio delle regioni coinvolte nel caso, questa volta i campioni positivi sono stati trovati a Benevento e a Sant’Anastasia (Napoli).
Nel caso di Ancona c’è anche il sospetto che il Fipronil sia stato usato direttamente in un allevamento, e che non si tratti dunque di uova importate.
E quindi? Ci si deve rassegnare a una vita grama priva di tiramisù? Dobbiamo guardare con sospetto ogni singolo cucchiaio di crema pasticciera?
Non ci tranquillizza sapere che nei primi cinque mesi del 2017, l’Italia ha importato dall’Olanda ben 610.000 chili di uova, oltre a 648.000 chili di derivati, e questo nonostante la produzione interna sia stata di quasi 13 miliardi di uova, provenienti da 1600 allevamenti.
Il codice stampigliato sul guscio delle uova può aiutarci a ridurre i rischi, e siccome non tutti sanno di cosa stiamo parlando vale la pena tornarci su.
Il cosiddetto “codice delle uova” è un sistema di etichettatura, obbligatorio in tutta la UE, che ci permette di risalire immediatamente alla provenienza delle uova, alla freschezza, al peso e alla categoria di appartenenza – A o B a seconda che siano destinate al consumo umano o industriale.
Il codice si compone di 11 caratteri alfanumerici.
Il primo indica la tipologia di allevamento (0 per allevamenti all’aperto con mangimi biologici, 1 per allevamenti all’aperto, 2 per allevamenti a terra e 3 per allevamenti in batteria).
Il secondo e il terzo carattere indicano il Paese di provenienza delle uova; per l’Italia è IT. Ed è questo il codice che ci permette di sapere se le uova arrivano da Olanda o Belgio oppure da altri Paesi (saperlo non aiuterebbe nel caso in cui venga confermata la notizia dell’impiego di Fipronil anche negli allevamenti italiani).
Il quarto, quinto e sesto carattere indicano il Comune di produzione, il settimo e l’ottavo la provincia e gli ultimi tre caratteri il nome dell’allevamento.
Diciamo che di fronte alla minaccia delle uova all’insetticida non siamo del tutto impotenti, nella speranza che i risultati delle indagini di Regioni e Nas vengano diffusi con trasparenza, in modo da avere una quadro completo della situazione.
[Crediti | Link: Ottopagine, Dissapore]