Nuova Coccodì srl finisce sotto accusa per tre milioni di uova polacche e spagnole che sarebbero state timbrate e vendute come italiane. L’indagine condotta dai carabinieri del Nas e coordinata dal pm Stefano Dambruoso ha portato a quello che sembra un episodio di commercio fraudolento. Tre in tutto le persone denunciate tra i dirigenti della società cremonese per frode nell’esercizio del commercio.
L’indagine sarebbe partita con la denuncia dell’ufficio controllo qualità di Carrefour, e il sequestro in un supermercato di Valsamoggia, in provincia di Bologna, di oltre cento confezioni da una dozzina di uova l’una, marchiate come italiane e risultate invece polacche.
L’azienda, dal canto suo, spiega che con l’emergenza Coronavirus e il conseguente lockdown la richiesta di uova (così come di altri generi di consumo casalinghi) era cresciuta esponenzialmente, al punto da costringerli ad approvvigionarsi anche all’estero, ma solo per la fascia di “primo prezzo”, per cui non sarebbe stata stringente la prescrizione dell’origine italiana.
Non sono però di questo avviso i carabinieri, che accusano la società di aver rimaneggiato e rimarchiato come italiane le uova provenienti dalla Polonia, per un totale di 2.904.669 pezzi distribuiti e messi in vendita come italiani, sebbene di provenienza straniera.
[Fonte: Il Salvagente]