Quante volte, in ambito moderno e contemporaneo, è capitato di chiedersi: “Ma questa è arte?”. Sì, perché spesso in certi musei ciò che appare insignificante, strano o addirittura brutto, potrebbe essere un’opera inestimabile. La domanda è certamente sorta al Museo LAM di Lisse in Olanda, dove un’installazione del suddetto (e decisamente ambiguo tipo) è stata scambiata per vera e propria spazzatura.
L’installazione
Protagoniste della vicenda due lattine di birra, soggetto dell’installazione di Alexander Lavet intitolata A Night With Friends. L’opera risale al 1988 e, attraverso le lattine vuote, vuole rappresentare la testimonianza tangibile di una serata tra amici, che poi è la traduzione letterale del titolo. Chiunque, in altri contesti e con sguardo poco attento, potrebbe scambiarle per oggetti usati da buttare. Tuttavia, a ben vedere, si tratta di due esemplari dipinti minuziosamente a colori acrilici, i dettagli riprodotti fedelmente su entrambi gli esemplari.
Però: se sei un tecnico notturno del museo e il tuo compito è controllare che tutto sia a posto, non è facile capire cosa è arte e cosa non lo è. A maggior ragione se sei al LAM, museo famoso per esporre le opere in modo non convenzionale. Le lattine infatti erano poste sopra una teca di vetro, proprio come se fossero state abbandonate la sera prima da due operai edili. Così il mattino seguente i curatori, non trovando più le lattine, hanno capito subito cosa era successo. Prima che fosse troppo tardi, le hanno ripescate dal bidone della spazzatura.
Il commento del Museo LAM
Fortunatamente i curatori hanno avuto il buon senso di farsi una risata, e con loro l’intera opionione pubblica olandese. “Il museo non serba alcun rancore al tecnico che ha commesso questo errore” si legge in un commento sul sito web. In proposito è intervenuto anche il direttore Sietke van Zanten: “Stava solo facendo il suo lavoro in buona fede. Anzi, in qualche modo la vicenda conferma l’efficacia dell’arte di Alexander Lavet”.
Va da sé che, dal tam tam mediatico che ne è scaturito, al momento le lattine sono le star del museo. La curatrice Elisah van der Bergh (fra l’altro colei che ha ripescato l’opera dall’oblio del secchio) ha deciso di esporle direttamente all’entrata del museo. “Si sono meritate il loro momento di celebrità” ha dichiarato. Stavolta però se ne stanno al sicuro, all’interno di una regolare teca museale: non sia mai che a qualcuno venga voglia di prenderle a calci stavolta.