Nella rovente estate dello scontrino maggiorato il punto esclamativo giunge da Singapore – ma a questo giro la cosiddetta pietra dello scandalo non è un toast tagliato a metà o l’impegnare un piattino extra per dividere una porzione di trofie al pesto. Anche gli importi, a onore del vero, sono radicalmente diversi. Ve la facciamo breve: un gruppo di turisti giapponesi a cena presso il ristorante Seafood Paradise ha ritenuto opportuno chiamare la polizia dopo avere scoperto che una porzione di granchio al peperoncino costava oltre 600 euro.
I dubbi fioriscono celeri e spietati: ma come, non i nostri protagonisti non avranno visto il prezzo sul menu? E se il prezzo non era riportato, possibile che nessuno, da un cameriere a un maitre, abbia ritenuto opportuno informarli dell’importante spesa a cui stavano andando incontro? La faccenda, come potrete avere intuito, è più torbida di quanto sembra.
“Pronto, polizia? Questo granchio costa troppo”
Il vero protagonista della vicenda, al di là dello scontrino “incriminato”, è naturalmente il granchio. L’importo complessivo per il crostaceo in questione è stato di 938 dollari di Singapore, equivalenti a poco meno di 650 euro; mentre il pasto completo è costato intorno ai 916 euro. Stando a quanto lasciato trapelare il costo del granchio era indicato a (circa) 18 euro ogni 100 grammi, con un peso totale di 3 chili e mezzo.
Qui è dove gli affari cominciano a complicarsi. I clienti sostengono che il cameriere avrebbe presentato il piatto limitandosi a menzionare il prezzo di 18 euro, senza tuttavia spiegare in maniera chiara che si trattava, come accennato, di una prezzatura legata al peso. Il ristorante, evidentemente piccato dalle accuse, ha invece rilasciato una dichiarazione spiegando che il personale aveva comunicato per ben due volte il prezzo complessivo del piatto al gruppo di turisti, indicando perfino i prezzi al grammo in modo da spiegarsi in maniera il più chiara possibile.
Un gioco di patata (o granchio?) bollente, in altre parole, che si è concluso in uno scontrino inaspettatamente – almeno per i commensali – salato. Al momento di saldare il conto, naturalmente, la tensione ha cominciato a salire fino a sfociare in una chiamata alla polizia e in un reclamo ufficiale all’Ente del Turismo di Singapore.
Non è chiaro cosa sia successo all’arrivo delle forze dell’ordine: noi gli occhi sul menu non abbiamo avuto modo di metterli, ma dalle dichiarazioni del ristorante pare che tutto fosse dovutamente indicato su carta. L’epilogo? “Uno dei clienti ha detto di non avere abbastanza soldi e ha chiesto cosa si può fare per aiutarlo” ha commentato un portavoce del Paradise Group, proprietario del ristorante in questione. “Per buona volontà, il direttore del ristorante ha offerto uno sconto di SG$107,40 (o 74 euro), equivalente a 400g di granchio dell’Alaska vivo”.