Un tabù che non c’è più. Dubai apre le proprie porte alla costruzione del primo birrificio su larga scala del Golfo Persico. Parola chiave: “su larga scala”, che a onore del vero il mosaico locale si era già arricchito, da un annetto a questa parte, di altre incursioni alcoliche.
A tagliare per primo il nastro del traguardo fu di fatto Craft by Side Hustle, microbirrificio con annesso bar incastonato all’interno della Galleria Al Maryah Island ad Abu Dhabi, che aprì approfittando di una modifica delle leggi locali in materia di produzione di alcolici. Ora, però, sul menu campeggia un impianto produttivo di portata internazionale, e che può contare sulle spalle larghe di casa Heineken.
Ma negli Emirati Arabi si possono bere alcolici?
Largo alle norme operative, prima di dedicarci ai dubbi amletici. Il birrificio di cui sopra sarà costruito da Sirocco, joint venture tra Heineken e il distributore di alcolici Maritime and mercantile international, con i lavori che dovrebbero prendere il via verso la fine del 2025. I semafori della burocrazia, d’altro canto, sono già tutti verdi: le previsioni sono di completare il tutto nel 2027.
L’intera vicenda è naturalmente figlia del rilassamento di regole altrimenti notoriamente conservatrici. Nel corso degli ultimi anni, le restrizioni sull’acquisto di alcolici in questo particolare angolo di mondo si sono allentate, riflettendo una più ampia tendenza alla liberalizzazione. Alla fine del 2022, poi, è stata abolita l’imposta del 30% sulle vendite di alcolici, mentre le licenze per la vendita sono diventate gratuite.
A oggi il consumo di bevande alcoliche a Dubai è consentito solo ed esclusivamente ai non musulmani con almeno 21 anni di età, e solo in determinate aree provviste della licenza di turno (aree che comprendono bar, hotel e ristoranti, com’è ovvio).
La nuova creatura di casa Heineken produrrà, oltre alle birre omonime, anche quelle a marchio Kingfisher, Amstel e Birra Moretti. Dubai ha attirato 17 milioni di visitatori nel 2023: non a caso, come spiegato dal general manager di Sirocco Georgios Polymenakos, la nuova capacità produttiva permetterà “di soddisfare la crescente domanda turistica”.