Continuano le grandi manovre nel comparto gelati di Unilever, multinazionale britannica titolare di un portfolio di 400 marchi tra i più diffusi nel settore dell’alimentazione. Un’attività iniziata nell’estate dell’anno scorso, quando il nuovo amministratore delegato Hein Schumacher ha deciso la separazione col settore gelati -resa più complicata dalla polemiche politiche intorno alla comunicazione di Ben & Jerry’s– a causa di profitti sempre più risicati, con margini di circa la metà rispetto al comparto della cura personale, in cui Unilever possiede marchi come Clear e Dove. Ora si procede alla quotazione nella borsa di Amsterdam in cui, a breve, si potranno scambiare Magnum, Cornetti e Calippi.
La necessità di rilancio
Il gruppo è in una fase di rilancio, ed è sotto stretta osservazione dagli azionisti. Dopo un 2024 andato così così, con profitti netti in calo del 10,8% per 6,4 miliardi di euro, e un utile operativo anch’esso in leggera flessione (-3,7%), le proiezioni per 2025 prevedono modesti miglioramenti tra il 3 e il 5%.
Oltre alla quotazione in borsa, Schumacher ha annunciato un piano di acquisti per 1,5 miliardi che sarà completato entro giugno, e sta procedendo con gli annunciati tagli di 7500 posti di lavoro. Un piano aggressivo e ambizioso, ma a cui le borse hanno reagito con pochissimo entusiasmo, anzi: il titolo Unilever è sceso del 5,68%.