Le strategie di mercato di Unilever sono finite sotto la lente d’ingrandimento degli investitori dopo che la multinazionale britannica ha deciso di abbandonare le trattative per l’acquisizione di GSK (GlaxoSmithKline), casa farmaceutica con sede a Londra. Il valore dell’affare si aggirava intorno ai 50 miliardi di sterline, e come conseguenza alcuni brand di Unilever (come Dove e Hellmann) hanno chiuso in ribasso dello 0,7%.
Pare che sia stata proprio GSK a rifiutare l’offerta della multinazionale, che di conseguenza ha perso interesse nell’affare e ha preferito lasciar perdere. Il parere di molti analisti, tuttavia, premia proprio il comportamento di Unilever: “mossa intelligente” hanno dichiarato i professionisti di Barclays, affermando che la decisione dell’azienda mostra una solida disciplina. Altri, invece, ha definito l’intera faccenda “inaspettata”, a partire proprio dalla cifra proposta, e sollevano dubbi sul piano effettivo di Unilever sotto la guida dell’amministratore delegato Alan Jope.
“Unilever non può aumentare l’offerta non perché il valore di GSK non lo giustificherebbe, ma semplicemente perché gli investitori della multinazionale hanno espresso un voto di sfiducia sul CEO di Unilever che fa affari di queste dimensioni” ha commentato un investitore anonimo di GSK. La risposta degli analisti di Barclays, però, rimescola le carte in tavola: la loro idea è che Unilever abbia intuito un bluff di GSK, che ora non potranno più accettare un’ottima offerta.