Un’aragosta può costare 18 mila dollari, se firmata da Louis Vuitton

La nuova borsa di Louis Vuitton è un'aragosta. O meglio, vorrebbe esserlo: qualcuno dica a Pharrel Williams di smettere di lavorare con la fame.

Un’aragosta può costare 18 mila dollari, se firmata da Louis Vuitton

E guai a rimetterla in acqua. L’aragosta di casa Louis Vuitton costa 18 mila dollari, e non è un’aragosta. In tutti i sensi, a dire il vero. Primo su tutti perché è una borsa.

Le mappe indicano la Paris Fashion Week dedicata alle collezioni maschili. L’appuntamento, invece, è quello della sfilata Louis Vuitton autunno inverno 2025/2026. L’obiettivo, diversamente da quanto visto con il sedano di Moschino e prima ancora con le borse a sacchetto di patatine (borsE, sì: l’idea era evidentemnte tanto originale da meritare un riciclo), non è stato quello di essere irriverenti; ma piuttosto di organizzare un confuso omaggio al mondo della pesca. Il ministro Lollobrigida starà già prendendo appunti.

Com’è nata la borsa aragosta?

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C’è. ancora una volta, lo zampino di Pharrel Williams. Sì, proprio quel Pharrel Williams, lo stesso che una decina di anni fa circa ha monopolizzato le playliste del presunto buonumore con Happy; e che di fatto si è trovato a indossare le vesti del direttore creativo della casa di moda francese a partire dal febbraio del 2023.

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Il nostro protagonista, è bene notarlo, ha evidentemente avuto tempo e modo di partorire idee uniche. I nostri lettori più attenti si ricorderanno, per fare un esempio, della borsa conserva panini alla modica cifra di tremila dollari: accessorio imprescindibile se si intende monopolizzare le occhiate dei colleghi e delle colleghe durante l’ora di pausa pranzo. Badate bene, però: il panino non era incluso. D’altronde in questa economia nessuno regala niente.

La borsa aragosta, dunque. Stando a quanto riportato dai colleghi di Vogue Williams avrebbe organizzato una giornata di pesca in Giappone insieme a Nigo, suo collega e signor direttore artistico di casa Kenzo. I due avrebbero, in qualche modo, catturato un’aragosta; che è così diventata un motivo ricorrente tra gli accessori della collezione.

Dicevamo: peccato che quella raffigurata non sia un’aragosta. La borsa aragosta, in realtà, pare più una borsa astice. Insomma: da queste parti siamo vergognosamente digiuni di moda. Un consiglio a Williams, però, ci sentiamo di darlo: forse, tra borse porta panini e aragoste con le chele, è il caso di smettere di lavorare con lo stomaco vuoto.