Una ragazza è appena morta ingozzandosi, e noi diamo medaglie a chi mangia un chilo di pasta in 30 minuti

Che senso ha, al giorno d'oggi, promuovere un locale sfidando i clienti a riempirsi di cibo?

Una ragazza è appena morta ingozzandosi, e noi diamo medaglie a chi mangia un chilo di pasta in 30 minuti

Cosa c’entrano le sfide alle mangiate da Guinness con il mukbang, il fenomeno coreano che porta a ingozzarsi davanti a una telecamera, a uso e consumo degli utenti dall’altra parte dello schermo? Entrambe le cose favoriscono un rapporto malato con il cibo, e sarebbe ora di smetterla di farlo. In un’epoca in cui i Disturbi Alimentari sono uno dei mali della contemporaneità, con numeri che dovrebbero far riflettere, ci piacerebbe non dover assistere più a metodi promozionali basati su discutibili sfide che hanno come protagonista il cibo.

I Disturbi Alimentari: qualche dato

Giusto per dare qualche dato, in modo da chiarire meglio l’entità del problema, attualmente oltre 3 milioni e 600mila persone in Italia soffrono di disturbi alimentari, con un numero di nuovi casi che cresce esponenzialmente, quasi raddoppiato dal 2019 a oggi. I dati, come ha fatto notare a suo tempo presentando una relazione in Senato la professoressa Laura Dalla Ragione, direttrice della Rete Disturbi del comportamento alimentare Usl 1 dell’Umbria, sono “sottostimati, perché sono stati censiti solo i pazienti arrivati all’osservazione del sistema sanitario nazionale”. Insomma, i Disturbi del Comportamento Alimentare sono una cosa seria, serissima, che dovremmo iniziare a combattere rivoluzionando la cultura e la mentalità dominante, che vede spesso un rapporto distorto con il proprio corpo e con il cibo.

Il Mukbang e le sue distorsioni

Omar Palermo Youtubo anche io

E invece, come spesso accade, il web ha esasperato alcuni comportamenti negativi. A partire dal mukbang, la pratica di origine coreana che vede persone (spesso giovanissimi) ingozzarsi per ore davanti alla telecamera, con conseguenze devastanti: Pan Xiaoting, influencer cinese di ventiquattro anni, è appena morta mangiando fino all’irreversibile e, andando più indietro nel tempo, una sorte simile era accaduta all’italiano Youtubo anch’io.

Qualcuno fermi Chiara “Mangiatutto” Qualcuno fermi Chiara “Mangiatutto”

La sfida alla Man VS Food di un locale della Brianza

MAN VS FOOD

Ecco, è esattamente in questo contesto che ci piacerebbe non vedere mai più promozioni come quella messa in atto in questi giorni da un ristorante della Brianza, ripresa da molte testate locali. Una catena di ristoranti di Monza, infatti, ha lanciato una sfida ai suoi clienti: chi riuscirà a terminare in soli 30 minuti un piatto da 1 kg di pasta a scelta, non solo non pagherà la pasta, ma verrà addirittura premiato con una medaglia d’onore e una menzione speciale nella “Wall of fame” dedicata sul sito.

La gloria eterna in cambio di una mangiata di un chilo, insomma. Una goliardata, direte voi. E invece si tratta dello stesso schema che continua pericolosamente a ripetersi. Che genere di messaggio si vuole lanciare con una promozione di questo tipo? Di certo non si punta a raccontare la qualità dell’offerta, semmai la quantità. O meglio, si punta a spettacolarizzare il cibo e chi ne abusa, regalando un quarto d’ora di notorietà a chi ha voglia di riempirsi lo stomaco con un gigantesco piatto di spaghetti. Uno schema che dovrebbe appartenere al passato, a quando programmi come “Man VS Food” sembravano divertenti, quando a ben guardare promuovevano atteggiamenti decisamente non sani. Nella contemporaneità, una promozione del genere non è soltanto fuori moda e fuori tempo massimo: è semplicemente una sciocchezza, che potrebbe essere evitata.