La fetta in questione ha 77 anni, e onore del vero ispira tutto fuorché golosità. Ma, si sa: in casi come questi è il valore sentimentale a farla da padrone. Una fetta della torreggiante torta nuziale servita al matrimonio della Regina Elisabetta e del Principe Filippo è stata venduta per 2.200 sterline (poco più di 2600 euro, tanto per intenderci) a un’asta.
Un dettaglio interessante: il giorno del “sì” fu il 20 novembre del 1947, e il nuovo proprietario potrà dunque festeggiarne il compleanno (roba strana, considerando che parliamo di una torta) tra poco meno di una settimana.
La nostra protagonista, in ogni caso, è ancora ben confezionata all’interno di una piccola scatola decorata con le insegne d’argento di un’allora principessa Elisabetta e un elaborato centrino all’interno, che avrebbe dovuto tenere la torta al sicuro mentre viaggiava da Buckingham Palace a Marion Polson, la governante della Holyrood House di Edimburgo. Non manca, poi, una lettera scritta dalla stessa Elisabetta e destinata a Polson.
Il contenuto della lettera
La fetta di torta avrebbe voluto essere un regalo da parte della Royal Couple. Nella lettera che l’accompagnava, la neo-regina ringraziava Polson per il suo “regalo di nozze, così delizioso”. Prosegue Elisabetta: “Siamo rimasti entrambi incantati dal servizio dei dessert: so per certo che i fiori e i loro colori così variegati saranno ammirati da tutti coloro che li vedranno”.
“Il tuo è un regalo che useremo costantemente” prosegue la lettera, “e in ogni occasione penseremo alla tua gentilezza e al tuo augurio di felicità”. Ecco, c’è però da dire che, considerando le circostanze, potremmo concludere che la signora Polson non fosse persona da dolci.
La torta nuziale di Elisabetta e Filippo è stata una creazione notoriamente stravagante, alta 2,7 metri e pesante più di 200 chili, decorata con gli stemmi di entrambe le famiglie e affrescata da glassa di zucchero modellata a riprendere le attività preferite dalla coppia.
Complessivamente si calcola che ne furono tagliate duemila fette per gli ospiti, con altre centinaia invece inviate a enti di beneficienza e altre organizzazioni. Uno dei “piani”, infine, fu conservato per il battesimo dell’allora principe Carlo.