“Quando le mucche voleranno” è come dire il giorno del mai. E invece pensa un po’, quel giorno è arrivato. Non tanto perché alle mucche hanno messo le ali, ma perché forse il latte bovino farà volare gli aerei. Basta trasformare gli scarti di produzione in carburante: facile no? La Dairy Distillery, azienda canadese che già da tempo converte il lattosio in etanolo, dice di esserci riuscita. E, in partnership con l’Associazione dei Produttori di Latte del Michigan (MMPA), sta costruendo un intero impianto negli Stati Uniti per portare a termine la mmmmissione.
Chi è Dairy Distillery
Il CEO Omid McDonald ha una origin story parecchio interessante. Imprenditore, dice di essersi innamorato della distillazione nel 2016 dopo una visita a un impianto di Charleston, South Carolina. Ma perché mai mettersi a produrre superalcolici? L’ispirazione deriva dalla sensibilità tutta canadese verso le questioni ambientali. McDonald e il suo socio e cugino Neal McCarten sono cresciuti in fattoria. E si sono resi conto dello spreco di risorse, non ultimo il cosiddetto milk permeate, un liquido zuccherino ricco di lattosio che viene scartato dopo la produzione di formaggio, panna e latticini.
Così, ispirandosi ai tradizionali fermentati alcolici di Mongolia e Russia, hanno deciso di sposare la causa anti spreco per farci una vodka. Così nasce Dairy Distillery, che si è affidata all’University of Ottawa per sviluppare un metodo innovativo e il meno impattante possibile per trasformare il latte in alcol.
L’impianto sito ad Almonte in Ontario ha riciclato quasi 1,300 tonnellate di milk permeate. La maggior parte servono a realizzare il prodotto di punta, la Vodkow, gioco di parole tra vodka e cow che serve anche ad aggirare il regolamento canadese che impone di chiamare “vodka” solo i distillati da cereali e patate. La Vodkow è disponibile in distillato e cream liquor in vari gusti, che vanno dal caffè alla key lime pie. Ma durante il Covid l’azienda non si è fermata, ed è riuscita a ricavarci pure il disinfettante per le mani. E adesso beh, sky is the limit.
Il progetto bio carburante
Il limite è il cielo, perché la Dairy Distillery si è resa conto che questo liquido ha le potenzialità per diventare carburante. Anche per aerei. Il biocarburante da fonti alimentari non è cosa nuova: il più famoso è quello derivato dal mais, ma anche da olio vegetale, grasso animale, alghe. Con risultati, va detto, misti: non solo per la performance, ma per l’effettiva sostenibilità della produzione e relative emissioni. Il progetto di Dairy Distillery però è molto ottimista, e ambizioso: costruire un impianto a bassa emissione nel sud del Michigan per soddisfare la domanda di bio carburante e limitare l’impatto dell’industria del latte.
Tutto ciò grazie a una partnership con la MMPA (Michigan Milk Producers Association) che ci mette la materia prima e gli spazi a Constantine, Michigan. In questa farm specifica vengono prodotti 14,000 tonnellate di milk permeate all’anno, destinata principalmente al foraggio delle vacche. Con l’entrata in campo della tecnologia Dairy Distillery si punta a ricavare 2,2 milioni di galloni di etanolo, che a loro volta permetteranno un sequestro di 14,500 tonnellate di carbon fossile all’anno. E ridurre l’impatto dell’azienda a Constantine del 5%.
L’impianto da 40 milioni di dollari entrerà in funzione nel 2025. Il progetto ha ricevuto 2,5 milioni dal Michigan Strategic Fund, un segnale governativo a favore delle energie rinnovabili. “Costruire un impianto di etanolo a Constantine loda il nostro impegno a favore della sostenibilità, e ci dà un’opportunità unica e progressista di utilizzare nuove tecnologie per dare valore aggiunto alle nostre produzioni e allo stesso tempo diversificare il mercato” ha detto il CEO di MMPA Joe di Giglio. “È entusiasmante vedere soluzioni così innovative come questo impianto, e sono certo che porteranno a crescita e successo per tutti noi, comprese le nostre comunità”.