Andare a fare la spesa nel Super Mario di quartiere senza incappare nell’ira funesta (e multe stellari) della Nintendo? Da questa settimana si può, basta recarsi in uno dei punti vendita del Costa Rica. La modesta catena di supermercati ha infatti vinto un’improbabile battaglia legale contro il gigante giapponese. La Nintendo detiene, in teoria, i diritti sull’uso di nome e immagine dei suoi prodotti, e di solito vince facile. Stavolta però la partita è game over: il nome Super Mario resta.
La causa
Super Mario, sottotitolo: Su lugar de confianza, ovvero il tuo posto di fiducia. Non stiamo giocando per liberare Peach o sconfiggere Bowser. Stiamo semplicemente uscendo a fare la spesa in uno dei posti più incantevoli del centro America: il Costa Rica, incastonato tra Nicaragua e Panama. Il problema però, l’avrete intuito, sta nell’uso di un nome immediatamente riconoscibile in tutto il mondo. Quello dell’idraulico-eroe italiano giocato da milioni di utenti, protagonista di videogame, film, giocattoli, parchi a tema, meme e quant’altro.
La casa madre Nintendo, comprensibilmente, non è stata contenta. Per questo, appena ha saputo dell’esistenza del supermercato costaricense, non ha perso tempo a denunciare. Del resto la compagnia non è estranea a questo tipo di commistioni spurie, e si era già trovata in questa posizione innumerevoli volte in passato. Contestando ad esempio l’uso del nome Pokémon o Mario in giochi sviluppati dalla fanbase. O ancora, giusto l’anno scorso, diffidando il videogame Palworld sull’uso della nomenclatura “sfere di Pal”. Stavolta però, incredibilmente, è stato il supermercato a (come dire) superare brillantemente il livello.
“Mamma Mia!”
Vale a dire vittoria! o ce l’abbiamo fatta! nel gergo dell’ingegnoso idraulico. Perché, oltre tutte le aspettative, il Super Mario in cui fare acquisti ha sconfitto Nintendo al suo stesso gioco. Il Registro Nazionale, autorità del Costa Rica che regola il marchio registrato, ha permesso al supermercato di San Ramon di continuare a esistere come tale. Il giudice infatti ha stabilito che, nonostante sia vero che Nintendo detenga il copyright a più livelli multimediali, questo non sussiste per market e grandi magazzini.
Il nome dunque non è confondibile: chi entra al Super Mario non si aspetta di raccogliere monete d’oro sospese a mezz’aria o nutrirsi di funghi magici che rendono immuni. Sa invece perfettamente che lì può comprare tutto il necessario per i piatti tipici a base di riso, fagioli, patate, platano e quant’altro. Anche perché, dettaglio che va sempre a favore del supermarket, a parte il nome non vi è alcun riferimento al personaggio Nintendo. Non vengono usate né immagini, né colori come dimostrato dal giallo e blu del logo.
Nintendo dunque è costretta alla ritirata, con gran sospiro di sollievo del Super Mario locale. Che poi vai a sapere, magari il punto è che il fondatore si chiamava così ed è stato semplicemente apposto il classico prefisso per questo tipo di attività. Quali che siano le intenzioni, anche stavolta la partita è stata salvata. Super Mario vs Nintendo: 1-0.