Se avete visto Emily in Paris (chi scrive non ha avuto questo piacere, mi perdonerete), avrete notato in molte occasioni quei flute dai riflessi purpurei, che gli appassionati di vino tra voi avranno ritenuto troppo tendenti al viola per essere un semplice rosé. Ci avevate visto giusto, trattandosi di Kir Royale, celebre drink a base di Creme de Cassis, liquore di ribes nero, e Champagne.
Un mix che la protagonista, Emily Cooper, apprezza così tanto da proporlo ai clienti come ready to drink e, come è ormai prassi nel marketing che circonda le serie di successo, la fantasia diventà realtà e sugli scaffali arriva “Chamère”, cocktail premiscelato che promette di essere un concentrato di grandeur francese a ogni sorso. Peccato che l’amore non sembri corrisposto, visto che in Francia un tribunale ha richiesto che venga rimosso dagli scaffali.
Chi lo produce
Disponibile in lattina da 20cl e in bottiglie da 20 e 75cl “per quando ci si sente più in vena di lusso”, Chamère è il progetto di Avolta, azienda svizzera di travel retail con 1700 negozi in aeroporti, navi da crociera e aree turistiche, Paramount ed MTV, gli stessi produttori della serie Netflix, che si sono affidati per la produzione a Quintessential Brands, gruppo specializzato nella produzione, distribuzione e sviluppo di bevande alcoliche. Non proprio un piccolo progetto artigianale quindi, ma un’operazione studiata da player importanti, che non sembrano però immuni da errori di comunicazione, che sono costato il ritiro dagli scaffali del gruppo Carrefour.
Il ritiro dagli scaffali
Il problema è la legge, alquanto restrittiva, sulla pubblicità delle bevande alcoliche in Francia, secondo cui bisogna “limitarsi a mettere in evidenza elementi informativi e oggettivi”, come il grado alcolico, gli ingredienti e le “caratteristiche olfattive e gustative”, come spiega il tribunale di Parigi nella sua ordinanza del 18 dicembre 2024. Tutti i riferimenti alla serie quindi, e l’ostentazione del logo “Emily in Paris” non sarebbero quindi coerenti col regolamento e ad accorgersene e sporgere denuncia è stata Addictions France, associazione che promuove campagne di sensibilizzazione contro ogni dipendenza.
Frank Lecas, responsabile degli affari legali di Addictions France commenta così: “È una grande soddisfazione che il giudice abbia ordinato il ritiro del prodotto dalla vendita (…) c’è stato un gran numero di annunci su Facebook e Instagram che rimandavano al sito web di Carrefour”, spiega, “Se avessimo fatto causa all’azienda inglese, i tempi si sarebbero allungati. Per andare più in fretta abbiamo fatto un ricorso contro il distributore, ossia Carrefour”. La strategia ha funzionato, e al distributore che ha ammesso l’errore è stata comminata anche una multa di ottomila euro, ma è in arrivo una causa anche contro i produttori stessi.