Galeotto fu quell’innocente pizzichino di sale che uno scienziato americano ha suggerito di mettere nel tè. Non lo avesse mai fatto: la bevanda nazionale britannica non si tocca. E quel pizzichino di sale ha rischiato di creare un incidente diplomatico fra Stati Uniti e Regno Unito, con tanto di intervento sbarazzino da parte dell’ambasciata USA.
Quel sale nel tè non s’ha da mettere
Tutto è iniziato quando Michelle Francl, professoressa di Chimica presso il Bryn Mawr College, ha svelato il segreto per il tè perfetto: metterci un pizzico di sale e dare una sprimacciata vigorosa alla bustina di tè.
Il motivo per cui Francl ha cercato di capire come preparare un tè perfetto è stato ammettere che negli Stati Uniti solitamente preparano un tè orribile (parole sue, non nostre). Francl ha infatti rivelato che spesso negli USA per fare il tè usano l’acqua tiepida presa direttamente dal rubinetto.
Così si è messa ad analizzare ed esaminare documenti e testi antichi risalenti anche a più di mille anni fa, documentando poi i risultati di tale ricerca nel suo nuovo libro dal titolo Steeped: The Chemistry of Tea.
Non lo avesse mai fatto: quando gli inglesi sono venuti a sapere che un americano aveva suggerito di preparare del tè perfetto mettendoci del sale, per poco non è scoppiato un incidente diplomatico.
La stessa ambasciata americana ha ammesso che questa controversa ricetta ha “messo nei guai il loro legame speciale con il Regno Unito”. L’ambasciata ha scritto su X che visto che il tè è “l’elisir del cameratismo, un legame sacro che unisce le nostre nazioni, non possiamo rimanere a guardare mentre una proposta così oltraggiosa minaccia le fondamenta stesse della nostra relazione speciale”.
Il post dell’ambasciata poi, per rassicurare un’intera nazione che stava inorridendo, ha continuato sostenendo che “Vogliamo garantire alla brava gente del Regno Unito che l’idea impensabile di aggiungere del sale alla bevanda nazionale britannica non fa parte della politica ufficiale degli Stati Uniti. E non lo farà mai”.
Queste parole avranno rassicurato i trepidanti inglesi? Ma neanche un pochino. E questo anche perché il post si è concluso in maniera abbastanza ironica con il riferimento a una precedente vicenda, quella di una donna americana che su TikTok sosteneva che il tè si potesse preparare anche con il microonde. Il post, infatti, è finito con la solenne promessa che “L’ambasciata americana continuerà a preparare il tè nel modo corretto – scaldandolo con il microonde”. Ah beh, allora siamo a posto così.
Non paga di aver scatenato questa tensione a base di teina fra le due nazioni, Francl ha poi continuato con i suoi consigli per realizzare la tazza di tè ideale:
- usare tazze piccole e robuste perché, avendo una superficie inferiore, riescono a mantenere meglio il calore
- bisogna preriscaldare la tazza o la teiere in modo da aumentare la quantità di teina e antiossidanti rilasciati, aumentando così il gusto
- il latte va aggiunto solo dopo aver versato il tè e non prima, in modo da ridurre le probabilità che cagli. Inoltre il latte va scaldato prima di essere aggiunto
- usare bustine di tè più grandi in modo che le foglie di tè possano muoversi meglio nell’acqua, anche se bisognerebbe usare foglie ssfuse
sia le bustine che le foglie sfuse vanno usate una sola volta
Beh, suggeriamo all’ambasciata americana di contattare Sorbillo come consulente: se è riuscito nell’ardua impresa di far digerire agli italiani la pizza con l’ananas, potrebbe riuscire a convincere anche i britannici della bontà del sale nel tè.