Per quanto ci siamo sforzati di fare presente che non c’è nulla di cui scandalizzarsi per l’invenzione di Heinz della carbonara, già sapevamo che avremmo dovuto sorbirci le reazioni scomposte dei più svariati critici gastronomici del caso, visto che l’ormai onnipresente mix di uova, pecorino e guanciale -e tutta l’insopportabile retorica che lo circonda- solletica le indignazioni di un pubblico amplissimo, e per qualche politicante l’occasione per del populismo di grana grossa è spesso irresistibile.
Ecco quindi affacciarsi sul palco del dibattito gourmet nientemeno che il Ministro del Turismo Daniela Santanché, che giustamente doveva sentirsi chiamata in causa, visto il suo ruolo istituzionale e il fondamentale contributo che la gastronomia dà al settore di cui si occupa, che esprime il suo punto di vista al netto di fraintendimenti: “La cucina italiana è una cosa seria. Come direbbe Alberto Sordi in un Americano a Roma: “La carbonara in lattina la damo al sorcio”.
La Santanché gourmet
La cucina italiana è una cosa seria. Come direbbe Alberto Sordi in un Americano a Roma: “La carbonara in lattina la damo al sorcio” pic.twitter.com/5Szi13qhl4
— Daniela Santanchè (@DSantanche) August 30, 2024
E dire che il mondo del food non ha mai portato granché fortuna alla deputata di Fratelli d’Italia. La sua cucina di pesce, proposta ai suoi follower tramite instagram qualche estate fa, non è stata esattamente accolta con applausi. In particolare la sua ricetta degli spaghettini all’astice blu ha suscitato risposte che hanno ricordato Maria Antonietta e le brioche: “il popolo ha fame? Mangi crostacei da 70 euro al chilo”. Ancora più tribolata la sua avventura nel mondo del cibo bio, tramite le sue partecipazioni in Ki Group, Bio Food srl e, più recentemente, Bioera società tutte nei guai tra fallimenti e ipotesi di truffa da parte dei giudici. Un rapporto burrascoso quello col cibo, ma comunque sempre di alto profilo, tanto che stupisce la scelta di citare Nando Mericoni di Un Americano a Roma, quando parrebbe più adatto Onofrio del Grillo, col suo celebre “io so’ io…”.
Non se ne può più
Condividendo, manco a dirlo, il pensiero di Gianfranco Vissani, Santanché si schiera apertamente con chi si mantiene pervicacemente sulle sue posizioni gastronazionaliste e antistoriche, ostinandosi a sostenere racconti favolistici di pastori o carbonai che si portavano in giro pasta condita rigorosamente con guanciale e non pancetta e rigorosamente senza panna, quando addirittura non si portavano tutto l’occorrente per cucinarsela in viaggio, in una versione da campo che probabilmente suscitava già all’epoca risse sulla riuscita o meno della carbocrema. Un atteggiamento ormai insostenibile, pesantissimo. Per continuare con la citazione del ministro, con questa prosopopea “ci ammazziamo le cimici”.