C’è chi potrebbe pensare che il Dry January abbia scoperchiato una sorta di vaso (o di bottiglia, considerando il tema in questione) di Pandora, ma a onore del vero i sintomi di un allontanamento dal consumo di alcolici si potevano leggere già da qualche tempo. Vogliamo dire, i numeri parlano chiaro: in un anno il mercato mondiale di vino ha sanguinato in termini di volume, export e soprattutto valore (meno 802 milioni su base annua); e se tale contrazione è senza ombra di dubbio soprattutto figlia della congiuntura economica dell’ultimo biennio, nettamente negativa, sarebbe ingenuo pensare che non affondi le proprie radici anche in cambiamento delle abitudini di consumo.
Si beve meno, dunque – un po’ perché la cinghia stretta è passata da impedimento saltuario a necessità giornaliera e un po’ perché quello che è “sano” fa gola, in tutti i sensi. Il più recente Consumer Pulse Report di Cga by Niq, condotto a dicembre 2023 sul comportamento dei consumatori nel settore del fuori casa, è un paniere di dati che conferma quanto visto fino a ora: basti pensare che il 22% degli italiani ha deciso, dopo un gennaio virtuoso, di volere abbandonare del tutto il consumo di alcolici.
Il rapporto tra gli italiani e gli alcolici, in numeri
Una percentuale notevole che, nel caso più particolare della frangia di consumatori più giovane (ossia quella di età compresa tra i 18 e i 34 anni, tanto per intenderci) sale addirittura al 30% – quasi un italiano su tre. E badate bene: i numeri rimangono alti anche se ci si sposta verso chi condivide un punto di vista meno radicale; tant’è che il 40% degli intervistati ha confessato di voler ridurre il consumo di alcolici.
La lettura è chiara – gli italiani sono tendenzialmente più attenti alla salute e, nell’abbracciare quest’obiettivo, hanno preso ad allontanarsi dal consumo di alcolici. Numeri alla mano si è calcolato che l’84% dei consumatori presi in esame darà la priorità al benessere nell’anno nuovo; con il 32% che di fatto pensa di moderare il consumo di alcolici durante tutto il corso dell’anno.
Consumi che, di conseguenza, vanno ricalibrati: il 61% delle persone, ovvero tre consumatori su cinque, dichiara di voler consumare bevande analcoliche, tra cui caffè, tè e soft drink tra le tre scelte principali ed un quinto (20%) prevede di provare varianti analcoliche o a basso contenuto alcolico di bevande quali birra e cocktail.
“Dopo un periodo di feste intenso, i consumatori sono più attenti alla salute e alle spese, anche se molti di loro intendono ancora frequentare bar e ristoranti” ha commentato a tal proposito Daniela Cardaciotto, On Premise Sales Leader di Cga by Niq. “I locali che propongono alternative interessanti alle bevande alcoliche e che offrono un buon rapporto qualità-prezzo, possono da un lato soddisfare le nuove esigenze di consumo alcohol-free e dall’altro ampliare strategicamente la loro offerta”.