I Fenici lo definirono “oro liquido”, espressione ripresa da Omero per indicarlo come “merce preziosa”. E Ippocrate, padre della medicina consigliava il succo di olive per la cura delle malattie mentali.
E’ così che nell’antichità, l’uso dell’olio era considerato medicamentoso, cosmetico , alimentare e religioso:
Alla luce di ciò, sembra ancora più terribile sapere che l’ulivo, simbolo del Mediterraneo, è in pericolo e che potrebbe estinguersi per colpa della xylella.
“Una strage, quella della xylella, che, secondo la Coldiretti, ” avanza inarrestabile a una velocità di più 2 chilometri al mese e, dopo aver devastato la Puglia, rischia di infettare l’intero mezzogiorno d’Italia a partire dalla Basilicata fino alla Calabria, alla Campania e al Molise”.
Dal lontano 2013, data in cui è stata accertata la presenza di questo batterio sulle piante di ulivo su un appezzamento di Gallipoli e Ostuni, la malattia si è estesa con un ritmo sostenuto.
Mentre di primo acchito gli agricoltori hanno manifestato scarso interesse e addirittura incredulità sugli ulivi che lentamente seccavano, senza che venisse applicata una strategia efficace per fermare il contagio, oggi la xylella si sta pericolosamente diffondendo toccando gli ulivi in provincia di Bari e Taranto, fino a lambire i confini di Matera.
Ma, se è vero che il futuro dei magnifici ulivi pugliesi è affidato alle cure e alle strategie degli agricoltori, è anche vero che servono gli interventi da parte delle Istituzioni comunali, regionali, statali ed europee.
Questa mattina, dopo aver sorvolato ben 165 chilometri di area infetta, il ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio, ha chiesto scusa ai pugliesi e agli agricoltori se – lo Stato-Ministero, lo Stato-Regione, lo Stato-Politica, lo Stato-Magistratura in questi anni non ha capito o ha voltato la faccia dall’altra parte.-
Il Ministro, dopo aver sorvolato l’area infetta dalla xylella, insieme al presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini, ha affermato di avere la pelle d’oca perchè – Un conto è vedere nei campi, un conto è vedere dall’alto. A guardare dal cielo sembra che la regione sia avvolta in una ragnatela, sembra di vedere una zona colpita da un incendio” e ha proseguito dicendo – “Ci abbiamo messo un po’ di tempo, per colpa della burocrazia, i tempi sono stati lunghi e per ogni mese perso, come ha sottolineato Coldiretti, l’infezione ha guadagnato due chilometri in più. Ma ora, grazie al decreto, approvato con larghissima maggioranza, potremo finalmente accelerare, perché c’è uno strumento che ci consentirà di lavorare in maniera più veloce.-
Dopo anni di burocrazia, oggi, è stato chiaro a tutti che per fermare la xylella bisogna agire con tempestività e consapevolezza, sostenendo gli agricoltori colpiti dell’area infetta che vogliono soltanto avere la libertà di espiantare, reimpiantare e non morire di xylella e incartamenti.
Si deve quindi intervenire – ha aggiunto Prandini – per fermare il dilagare della malattia mentre nelle aree infettate occorre trovare adeguati sistemi di convivenza, come innesti e sovrainnesti con varietà resistenti.