Gli agricoltori in UK non sanno più in che lingua dirlo: se i rincari delle bollette, delle materie prime e dei fertilizzanti continueranno la loro corsa, ecco che a breve dagli scaffali dei supermercati non spariranno solo le uova, ma anche pomodori, cetrioli e pere.
UK, allarme carenza verdure e uova
L’aumento dei costi del carburante, dei fertilizzanti e dei mangimi non sta mettendo solamente a rischio la cena di Natale degli inglesi (si ipotizzano carenze anche di broccoli e cavolini di Bruxelles), ma tutta la produzione agricola di base. La National Farmers Union ha chiesto che il Governo assista i produttori: i costi dei fertilizzanti sono triplicati dal 2019, mentre i costi di mangimi e gasolio sono aumentati del 75%.
A causa della pandemia, delle restrizioni, dei cambiamenti climatici e della guerra fra Russia e Ucraina, ecco che i raccolti di colture ad alta intensità energetica come pomodori, cetrioli e pere saranno a livelli minimi. Inoltre produrre latte e uova costerà così tanto che gli allevatori potrebbero decidere di ridurre il numero degli animali, incrementando la scarsità di materie prime. E per le uova, ci si è messa pure la peggiore epidemia di influenza aviaria mai registrata prima in Gran Bretagna.
Minette Batters, presidente del NFU, ha spiegato che gli inglesi sono abituati a non avere particolari problemi di approvvigionamento, né per quanto riguarda la quantità né per quanto concerne la qualità. Per tacere, poi, dei prezzi accessibili. Ma adesso il cibo britannico è minacciato. E sostiene che il paese non si renda conto dell’imminente disastro nell’approvvigionamento alimentare e che stia barcollando come un sonnambulo verso una crisi mai vista finora.
Nel frattempo Andrew Opie, direttore del settore Cibo e sostenibilità presso il British Retail Consortium, ha cercato di rassicurare tutti: i rivenditori sono abituati a gestire pressioni lungo la catena di approvvigionamento. I supermercati continueranno a procurarsi il cibo necessario, sapendo benissimo che devono pagare un prezzo che sia sostenibile per gli agricoltori.
Beh, forse è stato un tantino ottimista: diverse catene di supermercati in Gran Bretagna hanno cominciato a razionare le uova, introducendo dei limiti di acquisto, mentre il governo ha ammesso che le scorte di uova provenienti da galline allevate all’aperto finiranno entro marzo a causa dell’influenza aviaria. Inoltre le uova delle galline messe al riparo all’interno per proteggerle dal contagio, dovranno tutte essere rietichettate per indicare che non provengono più da allevamenti all’aperto, bensì da allevamenti al chiuso.