Un’indagine recente condotta in UK ha sottolineato come i due terzi dei 100 migliori ristoranti del Regno Unito siano finiti in rosso a causa di Brexit, pandemia e inflazione. Senza dimenticare l’aumento del costo della vita nel settore dell’ospitalità, l’aumento dei prezzi delle materie prime, l’aumento dei costi dell’energia, la carenza di personale, la guerra…
Secondo la società UHY Hacker Young, il 64% dei più grandi ristoranti del paese è in perdita. Il settore della ristorazione si aspettava una ripresa dei profitti dopo la pandemia, ma queste speranze sono state vanificate dalla spirale infausta dell’inflazione.
E non ha aiutato neanche la carenza di manodopera, cosa che costringe i locali a ridurre gli orari di apertura e a diminuire di conseguenza anche le entrate.
Come se non bastasse, l’inflazione e i rincari fanno sì che anche i clienti abbiano meno soldi da spendere. Tutti questi fattori insieme, purtroppo, fanno temere lo spettro della recessione. Anzi: la Banca d’Inghilterra precede che ci sarà una recessione, che questa durerà più di un anno e che l’inflazione supererà il 13%.
Fra le grandi aziende del settore della ristorazione che sperano di tornare alla solita redditività figurano anche quelli di The Restourant Group, che possiede le catene Wagamama e Frankie & Benny’s, con 400 ristoranti e pub. Molte di queste catene hanno deciso di chiudere le filiali meno redditizie, rinegoziando anche gli affitti. Inoltre alcuni comuni inglesi hanno destinato dei pacchetti di sostegno a tali imprese, supportati dal governo.