Andiamo in UK perché un gruppetto di ministri ha chiesto stoppare l’installazione di pannelli solari sui terreni agricoli. Perché è tutto molto bello dedicarsi alle energie rinnovabili, ma se poi non hai più campi da dedicare alla produzione alimentare perché sono tutti occupati dai pannelli solari, allora risolvi un problema creandone un altro.
Ranil Jayawardena, il nuovo segretario all’Ambiente, non vuole che i pannelli solari continuino ad essere installati sui terreni agricoli. Per questo motivo ha chiesto di includere anche la categoria di terra medio-bassa 3b in quella destinata all’agricoltura (BMV). Secondo il segretario, sui terreni BMV, quelli “migliori e più venergia solareersatili” non dovrebbero esservi collocati i pannelli solari.
Il fatto è che, al momento, la maggior parte di questi pannelli si trovano proprio su terreni 3b. L’inclusione dei terreni 3b nella classe BMV vorrebbe dire vietare di produrre energia solare da circa il 41% della superficie britannica e dal 58% dei terreni agricoli in quanto gran parte dei terreni di grado 4 e 5 si trova in aree montuose, inadatte dunque a progetti di sviluppo di energia solare.
Ovviamente le associazioni che si occupano di produrre tale tipo di energia non ci stanno. Secondo Chris Hewett, amministratore delegato di Solar Energy UK, queste modifiche apportate nei piani di produzione di energia autoctona a basso costo sono allarmanti. E ricorda che l’energia solare potrebbe aiutare a ridurre le bollette, a garantire la sicurezza energetica e aiuterà le economie rurali.
Anche il neo primo ministro Liz Truss sarebbe d’accordo col segretario: anche lei vorrebber bloccare l’installazione di pannelli solari sui terreni agricoli. Difficile dire chi abbia ragione: da una parte è vero che c’è bisogno di energie rinnovabili, ma se per ottenerle si tolgono spazi che potrebbero essere destinati alla produzione agricola, allora si rischia di diminuire le produzioni alimentari.