In UK non è rosea la situazione dei ristoranti: nei 12 mesi fino allo scorso maggio sono aumentati del 64% i ristoranti che sono stati costretti a chiudere i battenti a causa dei rincari e della manodopera. Che in cifre vuol dire 1.406 ristoranti in meno in tutto il Regno Unito.
La percentuale di chiusura è più alta rispetto a quella di tutto il settore dell’ospitalità: qui l’aumento delle chiusure era del 56%. E non si parla solo di piccoli ristoranti, ma anche di attività di un certo calibro come Byron, Gourmet Burger Kitchen, Street e Carluccio’s: a causa dei ripetuti blocchi e restrizioni anti Covid-19, questi locali sono stati costretti a chiudere la loro attività per via delle pesanti perdite finanziarie.
E non va meglio per quei ristoranti che sono riusciti a sopravvivere alla pandemia grazie ai sostegni erogati dal governo. Adesso, infatti, hanno a che fare con l’aumento dell’inflazione (collegata anche alla guerra fra Russia e Ucraina: a giugno in Gran Bretagna ha raggiunto il record del 9,4%, il massimo da 40 anni a questa parte. E gli analisti temono che entro ottobre l’inflazione possa salire al 12%), con la carenza di manodopera post-Brexit e con clienti che semplicemente non possono più permettersi di spendere così tanto.