Nuova apertura della Ue nei confronti delle biotecnologie: il Parlamento “prende atto dello studio sullo stato delle nuove tecniche genomiche volte a mantenere un elevato livello di protezione della salute umana e animale e dell’ambiente, traendo nel contempo potenziali benefici dalla scienza e dall’innovazione, in particolare per contribuire alla sostenibilità e agli obiettivi di sostenibilità di Green Deal europeo e strategia Farm to Fork”. Le commissioni Ambiente e Agricoltura pertanto invitano a ridisegnare la normativa comunitaria e porre fine alla preclusione totale che si ottiene applicando a tutte le biotecnologie una norma nata per gli Ogm venti anni fa. Anche la Commissione qualche mese fa aveva espresso parere analogo.
La questione si incrocia con le politiche agricole e ambientali, espresse dalla strategia Farm to fork e dal Green new deal europeo, perché lo sviluppo di vegetali e coltivazioni che hanno meno bisogno di pesticidi ed erbicidi ha un impatto diretto sulla salute del pianeta. Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, dice che “la genetica green è capace di tutelare l’ambiente, proteggere le produzioni agricole con meno pesticidi, difendere il patrimonio di biodiversità presente in Italia dai cambiamenti climatici e far tornare la ricerca italiana protagonista dopo l’emergenza Covid”. Finora però, appunto, vigeva la preclusione assoluta stabilita da una norma del 2001, quando lo stato della ricerca scientifica era completamente diverso.
Un nuovo studio qualche mese fa ha spinto la Commissione a iniziare “un ampio e aperto processo di consultazione per discutere la progettazione di un nuovo quadro giuridico sugli Ogm”. Anche alcuni gruppi storicamente contrari, come i Verdi, ora sono su posizioni più aperte. Si registra sempre l’opposizione di Greenpeace, invece: “L’Ue ha la responsabilità di proteggere i diritti degli agricoltori di scegliere ciò che vogliono piantare e quello delle persone di scegliere ciò che vogliono mangiare, di proteggere l’ambiente e la biodiversità dai potenziali danni causati dai nuovi Organismi geneticamente modificati. Gli Ogm anche con un altro nome sono sempre Ogm e devono essere trattati come tali ai sensi della legge”, ha dichiarato Kevin Stairs, consulente per la politica sugli Organismi geneticamente modificati dell’Ong. Contraria anche l’organizzazione non governativa Corporate Europe Observatory.
Sotto il nome di Nuove tecniche genomiche (Ngt) si celano in realtà cose molto diverse: dalla mutazione senza inserimento di materiale genetico, alla riorganizzazione di materiale genetico della stessa specie. Ricordiamo che per la CRISPR/Cas9, una di queste tecniche, Jennifer Doudna e Emmanuelle Charpentier hanno avuto il Nobel per la Chimica nel 2020. Ci sono poi anche nuove biotecnologie che, come gli Ogm, effettuano modificazioni transgeniche. Questo è il motivo per cui sembra necessaria non una indiscriminata apertura ma una nuova regolamentazione.