McDonald’s ha, infine, ceduto alle pressioni provenienti dai social media, dove dilagava l’hashtag #BoycottMcDonalds, e alle richieste del Common Retirement Fund, uno dei più grandi fondi pensionistici degli Stati Uniti; e ha annunciato la chiusura (temporanea) di 850 dei suoi punti vendita in Russia, finora rimasti operativi nonostante l’invasione dell’Ucraina.
Come abbiamo accennato, si potrebbe immaginare che questo gesto di solidarietà sia stato spinto dal coro di voci crescente che sui social media chiedeva il boicottaggio della società, o dalla lettera che il fiduciario del fondo sopracitato, Thomas DiNapoli, aveva indirizzato al CEO di McDonald’s Chris Kempczinski invitandolo a rivedere la propria decisione di continuare le operazioni in suolo russo, pena l’affrontare “seri e crescenti rischi legali, operativi, relativi ai diritti umani e al personale, e di reputazione”. La notizia è stata riportata dall’agenzia Bloomberg, citando l’Associated Press.