Il flusso di beni agricoli dall’Ucraina si è praticamente dimezzato in seguito all’invasione della Russia, ormai avvenuta sei mesi fa: questo è quanto emerso dal più recente rapporto redatto dal ministero dell’agricoltura locale, che ha per l’appunto paragonato i dati dell’export nel 2021 con quelli dell’anno in corso evidenziando notevoli cali in quasi tutte le tipologie di prodotto. Punto cruciale di ritardi e mancate consegne, ovviamente, è il blocco dei porti marittimi, solo recentemente ripristinati: le esportazioni agricole tra il 24 febbraio – data di inizio della guerra – e il 15 agosto sono scese a 10 milioni di tonnellate dalle 19,5 dell’anno scorso, mentre il raccolto di grano nazionale dovrebbe scendere a circa 50 milioni di tonnellate in caduta libera dal record del 2021 di 86 milioni.
In questo specifico lasso di tempo l’Ucraina ha esportato 3,8 milioni di tonnellate di mais, 1,4 milioni di tonnellate di semi di girasole, quasi 1 milione di tonnellate di olio di girasole e circa 640.000 tonnellate di grano, secondo i dati del ministero; oltre a numerosi altri carichi – seppur chiaramente più modesti – di farine di orzo, semi di soia e olio, girasole e soia. Come già abbiamo raccontato, l’apertura dei porti ha ripristinato un timido flusso di navi cargo, ma le esportazioni complessive rimangono comunque significativamente inferiori rispetto ai tempi di pace, quando di fatto il cosiddetto Granaio d’Europa era in grado di esportare fino a 6 milioni di tonnellate di grano al mese.