L’espressione “Granaio d’Europa” dovrebbe ormai esservi ben familiare: è infatti il soprannome riservato all’Ucraina, uno dei maggiori produttori ed esportatori di grano, mais e olio di girasole al mondo; da poco più di un anno a questa parte colpito e dilaniato dalla violenza della guerra. L’impatto dell’invasione delle forze armate russe si è fatta sentire anche – e soprattutto, direbbero alcuni – sui mercati internazionali: con il flusso di derrate alimentari rimasto fondamentalmente congelato – e solo successivamente ripreso a fatica con l’accordo sul Mar Nero – i prezzi di numerosi beni alimentari hanno raggiunto vette notevoli, innescando per di più il timore di una crisi alimentare su scala globale a causa del numero di Paesi dipendenti dalle importazioni dell’agricoltura ucraina.
Agricoltura in Ucraina: a quando il ritorno alla normalità?
Considerata dunque l’importanza dell’Ucraina nello scacchiere alimentare internazionale, un centro di ricerca con sede a Kiev ha voluto redigere una stima circa il tempo necessario all’agricoltura locale per tornare ai livelli e ai volumi produttivi precedenti allo scoppio della guerra. La previsione del gruppo di studio si è arenata su “20 anni o più”, con alcune colture in particolare – come il mais, la segale, l’avena e la colza – che dovrebbero riprendersi non prima del 2050.
“Secondo i risultati del modello, alcuni settori non raggiungeranno i livelli prebellici nemmeno dopo sette anni di pace” si legge in un rapporto redatto dalla Kyiv School of Economics. “Ciò significa che potrebbero volerci fino a 20 anni prima che l’Ucraina riprenda forza nell’agricoltura dopo la devastazione causata dall’assalto militare russo“.
Come accennato appena qualche riga fa, i settori più “ritardatari” potrebbero indugiare la propria ripresa fino alla metà del secolo; mentre altri – tra cui l’orzo, il tanto chiacchierato grano e soprattutto il girasole, il cui olio divenne uno dei protagonisti principali della “cronaca delle carenze” – dovrebbero riprendersi del tutto entro il 2040.
Stando alle stime del ministero dell‘agricoltura, l’Ucraina ha raccolto un totale di 106 milioni di tonnellate di cereali e semi oleosi nel 2021 (prima, giusto per intenderci, dell’inizio dell’invasione da parte della Russia), ma il volume produttivo potrebbe diminuire fino a una produzione di appena 65 milioni di tonnellate nel 2023.
È bene notare, infine, che non è chiaro se la stima redatta dagli studiosi ucraini abbia tenuto conto del recente disastro presso la diga di Kakhovka, la cui rottura ha portato all’allagamento di numerosi campi e alla distruzione di silos e altri depositi di beni alimentari: nel caso in cui il modello non abbia preso in considerazione questi eventi più recenti, le stime potrebbero allungarsi ancora di più.