Yuri Feridova ha vissuto e lavorato a Napoli per 11 anni, durante i quali ha imparato ad amare il capoluogo campano al punto da portarsene un pezzettino fino a Ternopil, in Ucraina. Proprio qui ha deciso di costruire il suo angolo partenopeo, la Pizzeria Sorrento, dove oggi accoglie e ospita i profughi della guerra.
La decisione e le azioni di Yuri, già di per sé eroiche, diventano ancora più notevoli se consideriamo che potrebbe tornare in Italia, al riparo dalle bombe dell’esercito russo, ma preferisce restare nella sua patria per dare il suo contributo. “Ho amici a Napoli che possono ospitarmi e che mi farebbero anche lavorare, ma non me la sento” ha raccontato a un’intervista al Corriere della Sera. “Qui posso aiutare ancora tante persone e non me ne vado fino a quando posso essere utile. E poi a Ternopil ho costruito la mia pizzeria, con tanti sacrifici. Questa è la mia terra, c’è la mia famiglia, mia moglie, i miei genitori e le mie nipotine, non potrei mai lasciarli qui”.
Ternopil si trova nell’ovest del Paese, solo recentemente entrata nel mirino russo: nonostante anche qui, di notte, la sirena continui a spezzare il fiato e il sonno, per i profughi dell’est rimane l’unica via di fuga verso l’Europa. A queste persone Yuri può offrire un tetto, del buon cibo, una doccia calda e soprattutto l’illusione di un momento di normalità. “Le vittime di questa guerra sono proprio i bambini” racconta Yuri. “Non solo quelli uccisi ma anche quelli che sopravvivono, perché portano addosso i segni psicologici di questo dramma. Un bambino di 6 anni che ospitiamo qui da noi, fuggito con la mamma da una delle città assediate, non cammina più eppure non è stato colpito da un proiettile o da una scheggia. È bloccato dallo shock”.
Il grande cuore di Yuri può fare molto, ma non è sufficiente a risolvere il conflitto. A tal proposito, lui preferisce rivolgersi direttamente al popolo russo: “Non credete a quello che vedete in tv o in radio”, dice. “Guardate cosa ci sta facendo il vostro esercito, informatevi davvero, uscite dalle case, scendete in piazza, ribellatevi e mandate a casa Putin“.