Migliaia di profughi ucraini stanno cercando rifugio nei paesi confinanti e anche in Italia. Caritas e Croce Rossa italiana sono in prima fila per fare la loro parte con tendopoli e presidi sanitari, e anche la popolazione si sta dando da fare organizzando raccolte cibo, ma – come avverte la CRI – spesso troppo “improvvisate”.
“Al momento i nostri occhi sono quelli della Croce rossa ucraina, ma anche quelli della Croce Rossa polacca, ungherese, bulgara e croata che operano a supporto degli sfollati. La loro presenza sui territori ci consente di fare interventi mirati, invece che raccolte improvvisate. Eppure sono fiorite ovunque”, spiega a Panorama il vice presidente della Croce rossa italiana Rosario Valastro.
Più importanti sono donazioni in denaro e medicinali “che scarseggiano all’interno degli ospedali ucraini. Per questo motivo noi riteniamo i farmaci più importanti del cibo che preferiamo acquistare in loco tramite la Croce Rossa polacca”.
Raccolta di cibo sconsigliata anche dalla stessa Caritas: “Le Caritas presenti in Ucraina ci hanno detto di non inviare ne cibo ne medicinali se non su richiesta specifiche di particolari farmaci per sale operatorie e ospedali che ci verranno comunicate da loro”.